SASSARI -La proposta di legge, presentata dal Pd, sulla sulla tutela della panificazione e dei pani tipici della Sardegna deve essere esaminata “quanto prima”, dalla Commissione Attività produttive del Consiglio regionale, presieduta da Luigi Lotto (Pd). Lo chiede il il vice presidente nazionale della Federazione dei panificatori aderente a Confcommercio Sardegna, Gianpietro Secchi, che ricorda: “dopo il convegno di Borore dello scorso 30 maggio, organizzato proprio dal gruppo Pd in Consiglio regionale e un’assemblea dei panificatori del 2 settembre ad Oristano, abbiamo inviato una lettera al presidente Lotto sollecitandolo a mettere in discussione la legge, ma non abbiamo ricevuto risposta”.
“E” passato più di un anno di un anno dalla presentazione della proposta di legge, ma il testo (pl.93) non è stato ancora esaminato dalla Commissione competente. E’ urgente, invece, che il settore abbia una normativa certa perchè non c’è futuro se non c’è una regolamentazione – osserva – I problemi sono tanti: tra questi la concorrenza sleale degli abusivi e il mancato riconoscimento delle differenze tra pane precotto e surgelato e pane fresco”. Sono tre i principali aspetti della proposta di legge: l’individuazione di requisiti professionali, la definizione di pane fresco (venduto entro e non oltre la giornata in cui è stato concluso il processo produttivo) e la valorizzazione della filiera del grano sardo. “Oggi importiamo l’80% della farina utilizzata nei panifici – spiega Secchi – in Sardegna si produce soprattutto grano duro, che serve per il pane carasau, il pistoccu e il civraxiu, mentre il resto arriva dalla Penisola o dall’estero: Stati Uniti, Ucraina, ecc.”
Nell’Isola operano 1.089 panifici con circa 4.000 addetti ed un fatturato da 160 milioni l’anno, una vera e propria industria alimentare.”Ma nel 2005 – ricorda Secchi – i panifici in attività erano oltre 1.200. In molti paesi dell’interno della Sardegna, non si produce più il pane fresco e tradizionale, che rappresenta un aspetto della cultura della nostra Isola”.
S.I.