Emigrata algherese: non posso tornare

ALGHERO – Non basta la pena di dover lasciare la propria terra, dunque gli affetti, a questa si aggiunge pure l’impossibilità di farci ritorno. Anche se, in ogni modo, si cerca di far apparire una realtà tutta o quasi rose e fiori sono gli accadimenti che la spogliano di ogni abbellimento e la rendono cruda per quello che è. Come quella di una ragazza di Alghero che è dovuta andare via dalla sua città, cosi come fanno decine e decine di giovani e meno, per cercare lavoro.

Un fenomeno devastante che si sta acuendo sempre di più col fatto anche del ritorno alla stagionalità della Riviera del Corallo. Dunque pochi mesi che vedono pochissimi attività registrare alti profitti e poi una marea di altre galleggiare e cosi tante persone costrette a non trovare un lavoro per più di un paio di mesi. Insomma una condizione molto critica anche perchè far perdere al territorio le migliori energie significa spesso lasciare anche sul posto quelle che non lo sono ma che hanno la fortuna di avere degli “appigli” per potersi garantire un mantenimento. Non tutti, però, hanno questa fortuna e dunque sono costretti ad emigrare. Ma non solo. Oltre questa punizione, per come è calato il traffico dall’aeroporto di Alghero, non riescono più a rientrare a casa se non a prezzi stellari. E questo alla faccia della “continuità territoriale” che, oramai è un dato di fatto, non esiste. Perchè spendere 150 euro circa per Milano o Roma (solo due mete collegate a questi costi, tra l’altro) non è certo conveniente come per gli altri cittadini italiani. Queste tematiche, troppo spesso, diventano vessilli da agitare nelle bagarre politica ma, purtroppo, ci si dimentica che spesso dietro ci sono storie, vere, come quella di Federica Falchi raccontata in una lettera aperta.

“Mi chiamo Federica, sono una ragazza di 30, che vive attualmente a Berlino per lavoro. Mi sono trasferita circa due mesi fa. È da quando ho 25 anni che lavoro fuori dalla Sardegna, prima nei dintorni di Milano, poi, qua in Germania. Oltre alla grande difficoltà riscontrata nell’adattarmi in un posto nuovo si aggiunge il bisogno di imparare una lingua ostica ed impegnativa nel minor tempo possibile e la consapevolezza di essere lontana dai miei affetti più cari per migliorare la mia posizione nel difficile mondo del lavoro. Il 28, 29 e 30 novembre ho 3 meritatissimi giorni di riposo, i quali vorrei spendere andando a trovare la mia famiglia. Io sono sarda, ma non ho possibilità di tornare nella mia isola, blasonata e ricercatissima d’estate, meta di vacanze ambitissime da turisti di tutto il mondo. L’isola che non c’è per i Sardi. Se volessi tornare in Sardegna questi 3 giorni dovrei seguire questo iter: 28 Novembre, Easyjet, da Berlino Tegel fino a Roma Fiumicino 86,81€. Successivamente prendere il volo operato da Blue Air al costo di 76,81€. Costo totale andata 163,62€. Un’altra bella sfacchinata per il ritorno: 30 Novembre, Blue Air, da Alghero fino a Roma Fiumicino al prezzo di 58.81. Successivamente (circa 6 ore dopo, quindi un pomeriggio buttata in aeroporto) con Easyjet da Roma Fiumicino a Berlino Tegel al prezzo di 100,99€. Costo totale ritorno 159.80€. Costo totale viaggio 323,42€. Ho escluso Alitalia, perché nessuna compagnia dalla Germania atterra a Milano Linate dove appunto opera la compagnia (andata e ritorno da Milano Linate ad Alghero circa 79,24€ e 67,48€ per un totale di 146,72). La beffa è che sono assistente di volo da 5 anni e per tornare a casa mia in Sardegna devo spendere quanto un viaggio in Thailandia. I miei colleghi non hanno di questi problemi, il loro volo è diretto o almeno esistente. Sono io che vivo nell’isola che non c’è. Tutti i colleghi tedeschi mi chiedono chi me l’ha fatto fare a lasciare un posto così bello. Che amarezza. Bella la Sardegna, se solo ci potessi tornare…Federica Falchi”.

Nella foto Federica Falchi

S.I.