ALGHERO – “I Riformatori sardi di Alghero, dopo averne approfonditamente studiato i risvolti, ritengono che il piano di razionalizzazione delle società partecipate, approvato dalla giunta Bruno, con delibera n 116 del 19/04/2016, solleciti serissimi dubbi circa la sua effettiva convenienza sia dal lato strettamente economico sia da quello, sicuramente prioritario, del suo impatto sociale e delle inevitabili conseguenze sui livelli occupazionali che, con certezza che va al di là delle promesse, non potranno essere sicuramente garantiti negli assetti attuali. Infatti la relazione allegata alla delibera non è assolutamente esaustiva, ed anzi è quasi completamente priva di tutti quegli elementi e dati che i consiglieri comunali avrebbero dovuto avere per decidere su argomenti di così ampia portata”. Così i Riformatori Sardi riguardo la cancellazione delle partecipate da parte dell’amministrazione Bruno.
“Nel merito, se la proposta su “Alghero in House” e sulla “Fondazione Meta” è quantomeno discutibile negli effetti negativi per i livelli occupazionali, oltre che nella quantità e qualità dei servizi da rendere, di particolare impatto appare la decisione di porre in liquidazione la società Secal. Le criticità della Secal sono note da tempo: diverse funzioni essenziali, e previste dalla legge, mai poste in essere; organizzazione da sempre finalizzata praticamente alla sola riscossione dei tributi versati volontariamente dai cittadini; assorbimento di personale da altri settori con altre e non specifiche competenze, ed altro ancora. Criticità a cui si sarebbe dovuto, e potuto, rispondere dotando la Secal degli opportuni, e legislativamente previsti, strumenti e risorse umane e finanziarie. La verità è che non si è voluto mettere la Secal nelle condizioni di aprire l’Ufficio coattivo. Bastino due esempi per comprendere: il Comune, pur a fronte di ripetute richieste, non ha mai fornito alla Secal l’accesso ad alcune banche dati fondamentali. Perché? Il Comune, pur a seguito di specifiche richieste motivate, non ha mai fornito alla Secal i fondi aggiuntivi necessari per affidare, lì dove necessario, ad avvocati le pratiche di riscossione. Perché?”
“Eppure un reale potenziamento della Secal, in quanto entità di riscossione, trovavah piena giustificazione nel D. Lgs 158/2015 che, estendendo agli Enti Locali la normativa sul contenzioso tributario, impone ai Comuni, in quanto Enti impositori, di dotarsi di appositi uffici e nuove funzioni mai gestite, e che necessitano di personale qualificato ed appositamente formato. I costi per impiantare l’accertamento, il contenzioso e la riscossione coattiva sono, notoriamente, molto elevati, mentre il reale incasso delle somme dovute dagli utenti debitori sono, almeno percentualmente, molto bassi per una infinita serie di motivazioni. Una oculata gestione delle problematiche relative alla riscossione dei tributi, anche in forma coattiva, può portare nella casse comunali importanti risorse per dare risposte alle richieste della città. Oculata gestione che passa innanzitutto attraverso un’analisi approfondita su dove risieda effettivamente, nei fatti e non nelle ipotesi, la convenienza, economica e sociale, tra un reale potenziamento dell’esistente con la messa in moto di tutte le sue funzioni esplicabili per legge, e l’affidamento ad una entità di riscossione esterna di cui l’unica certezza è rappresentata dai costi”.
“La relazione sulla razionalizzazione delle Partecipate omette di comparare i dati sui costi – benefici fra la situazione esistente, relativamente alle funzioni espletate, e l’esternalizzazione proposta dal Sindaco Bruno. Dalla documentazione ufficiale nulla si rileva per poter capire di quale convenienza l’amministrazione parli, preso atto della genericità, dell’incompletezza e della mediocre conoscenza delle reali problematiche complessive sull’argomento tributi comunali, riscontrabile nelle argomentazioni di cui alla citata relazione sulla razionalizzazione. I consiglieri comunali non avrebbero potuto, e tantomeno dovuto votare senza le dovute informazioni.
“Di più: la frenesia di chiudere l’argomento in tempi troppo rapidi fa sorgere il sospetto che il Sindaco e la sua maggioranza, non avendo dimostrato la convenienza della proposta, abbiano perseguito obiettivi diversi da quelli che hanno sbandierato. I Riformatori sardi di Alghero sono convinti, pronti a dimostrarlo, carte e numeri alla mano, che l’idea sui tributi di cui alla citata delibera di giunta, con allegata relazione, non sia conveniente e tantomeno positiva per per gli algheresi, ed anzi ritengono che la insufficiente trasparenza degli atti e l’ingiustificata urgenza di porre in liquidazione la Secal, potrebbero portare negative sorprese alla città, in quanto i nuovi costi conseguenti all’esternalizzazione del sistema sarebbero superiori ai benefici che si vorrebbero perseguire”.
“Senza contare la perdita di posti di lavoro, se non sicura assai probabile, e ciò al di là delle parole di promessa e della genericità degli impegni. Con buona pace di chi se forse è vero che non ha le possibilità di creare nuova occupazione, ha però certamente il dovere civico di non sopprimere quel po’ di lavoro che c’è nella cittá che è chiamato ad amministrare”.
Nella foto Marinaro, Montis e Spirito dei Riformatori Sardi
S.I.