ALGHERO – Se non è (ancora) la classica “goccia che fa traboccare il vaso” poco ci manca. Ad oggi, il quadro ancora regge, ma non è chiaro per quanto. Fuori di metafora, i rumnors, al netto della canonica placidità che avvolge la città e suo territorio, sono sempre più forti e diffusi e vedono malumori crescenti in diverse porzioni della maggioranza che ha permesso l’elezione di Raimondo Cacciotto a sindaco. Fibrillazioni di cui non è esente anche l’opposizione, ma in questo caso i riflessi per la comunità sono minori.
A soffrire di più paiono i partiti col numero superiore di consiglieri, fatto già di per essere inedito, per non dire unico. Infatti, a fronte di un totale di 8 consiglieri eletti più alcuni “attigui” il percorso amministrativo, sta nelle cose e nella democrazia, sarebbe dovuto essere condotto proprio da queste forze, invece, a sentire le loro voci e dunque diversi mugugni, la situazione non è proprio così, anzi per niente.
Ad esempio, a far irritare, e parecchio, il Partito Democratico è stata la mancata elezione – nomina di Luca Madau a guida della “commissione speciale” riguardo la questione del Treno a idrogeno. Organismo velleitario e che poco andrà a incidere a percorsi giù abbondantemente avviati, però, è una questione di pesi e misure. “Del resto – commentano alcuni dem – al consigliere Moro (nominato – eletto) a presidente, unico della sua lista civica, fanno capo già due importanti nomine, una nella Giunta e una nei Cda, questa sarebbe la terza, un po’ tantino, per un unico consigliere comunale”.
Ma non solo. Infatti, pare che ci siano sempre più difficoltà pure nella conduzione del Parco di Porto Conte dove il presidente è di totale espressione del Pd. Eppure anche qui, nonostante sia stato indicato dal primo partito ed eletto dall’assemblea, ci sarebbero alcuni problemi, di diversa natura, anche nei rapporti interni, che vanno ad inficiare il raggiungimento di quanto annunciato in campagna elettorale dal partito, maggioranza e sindaco, con potenziali effetti negativi sulle attività del Parco e Area Marina Protetta. Tutto questo in vista del primo bilancio che, salvo intoppi, dovrebbero essere portato il 28 marzo in Assemblea. Nel frattempo, lo stesso organismo, è già “inciampato” un paio di volte, un po’ troppo per un’amministrazione insidiatasi da così pochi mesi.
Tale situazione, e altre, cozzano, e ciò non può che allertare, con le parole del sindaco Cacciotto il quale ha ribadito che le partecipate sono essenziali, centrali, fondamentali, il fulcro dell’amministrazione e quant’altro, ma, ad oggi, i problemi paiono essere piuttosto diffusi e sempre crescenti. E non solo in esse, ma pure negli altri settori governativi. Tanto è vero che, per taluni, entro aprile, massimo maggio, si dovrà per forza realizzare un primo tagliando ovvero, almeno, un mini-rimpasto.
Nel mentre, secondo alcuni esponenti, è necessario che il sindaco prenda in mano le redini e, ad esempio, decida o faccia decidere di stoppare il “commissariamento” della Secal, anch’essa ritenuta cruciale, ma ancora condotta da un cda dimissionario. Fatto piuttosto problematico visto il ruolo primario di questo organismo.
Ma qui i problemi si spostano nell’area centrista o civica che, coi suoi voti ha certamente contribuito in maniera nodale a far conquistare la poltrona più ambita all’attuale a sindaco Raimondo Cacciotto, ma che, oggettivamente, a parte l’azione dell’assessore, esperta, Salaris, potrebbe essere molto più attiva, presente e produttiva. Condizione paludosa che riguarda un po’ tutti i partiti e che, di fatto, si ripercuote nella massima assemblea cittadina che, fatto più unico che raro, ha visto bene due, consecutive adunanze, con solo un punto per volta “portato” dall’amministrazione: il verbale da approvare della seduta precedente e il riconoscimento di una strada vicinale dell’agro. Un po’ poco per la mega alleanza che ha conquistato la guida di una città come Alghero.
Come commentano in molti, ma ovviamente a “microfoni (sempre meno) spenti”, la condizione generale è “piuttosto impantanata”, su molte partite si attende un pronunciamento deciso di Cacciotto e un atteggiamento generale meno tentennante. Certo, c”è ancora un anno da compiere, ma i presupposti, almeno fino ad adesso, pareva dovessero essere differenti, in meglio, ovviamente.