ALGHERO – Dopo le (mezze) dichiarazioni mezzo stampa dell’amministrazione algherese preme evidenziare quanto segue: il canale Urune, che così tanti limiti comporterebbe alla sicurezza dell’agro, diviene “fiume” solo nel dicembre 2015 con delibera di approvazione del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali. Precedentemente, ovvero all’interno del PAI, fu considerato per quello che era, ovvero un canale di raccolta delle acque, al pari di tanti altri presenti nell’agro (che non a caso viene detto “di Bonifica”). Sassari, infatti, sul cui territorio insiste una porzione proprio del canale Urune, avendo avviato, e concluso, lo studio di adeguamento (a firma dello stesso tecnico incaricato da Alghero, sic!) prima del 2015, non pone in evidenza alcun rischio o pericolo in quell’area.
L’amministrazione Bruno è, quindi, evidentemente responsabile di non aver opposto, a suo tempo, alcuna osservazione al cambiamento di status del canale, contribuendo, così, a perpetrare grave danno a carico di molti imprenditori della Bonifica che, oggi, si ritrovano investiti da un pesantissimo vincolo derivante da errori formali imputabili agli uffici regionali e mai evidenziati dal Comune.
Buona politica avrebbe voluto, prima di attivare qualsiasi programma di pianificazione o varianti al vigente, che fosse fatta chiarezza sui limiti e i vizi degli strumenti cosiddetti “sovraordinati”, al fine di restituire al cittadino un dispositivo normativo quanto più corrispondente alla realtà in luogo di un documento che, vale la pena dirlo, fa acqua da tutte le parti.
Ferdinando Manconi
Dottore Agronomo e Pianificatore Territoriale