ALGHERO – “Le modifiche proposte dalla Giunta Pigliaru e dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino in merito alle norme di attuazione del PAI e contenute in una apposita Delibera dimostrano, casomai ve ne fosse ancora bisogno, l’esistenza di profonde limitazioni d’uso a carico dei terreni agricoli gravati da vincolo Hi4. E non poteva essere diversamente. Sarebbe stato, infatti, sufficiente leggere con attenzione l’articolo 27 delle suddette norme per comprendere come gli agricoltori interessati dai limiti del PAI avrebbero visto ridotte ai minimi termini le possibilità di svolgere la propria attività rispetto alle condizioni ordinarie”. Cosi Ferdinando Manconi, dottore agronomo e anche componente del Circolo Terrestri, realtà che da tempo si occupa in città di vari temi al fine di provare a dare suggerimenti e impulsi ai governanti. Proprio come nel caso della gestione del prezioso agro algherese.
“L’applicazione delle norme ante delibera avrebbe impedito, di fatto, l’impianto di colture arboree o serricole interpretate quale ostacolo al deflusso delle acque e la realizzazione di manufatti anche ad uso non abitativo. A poco sono valse le rassicurazioni, quindi, dell’Amministrazione comunale algherese volte a semplificare, erroneamente, il quadro derivante dai recenti studi di compatibilità idraulica a seguito dei quali ben 800 ettari di fertile terreno della Bonifica sarebbero risultati inseriti nella perimentrazione delle aree gravate dal massimo rischio idraulico (Hi4)”.
“Non solo le aziende agricole ivi localizzate avrebbero incontrato difficoltà nello svolgimento in autonomia della propria attività imprenditoriale ma, parimenti, sarebbe stato loro impedito o, quantomeno, reso altamente difficoltoso, l’accesso ai fondi strutturali del Programma di Sviluppo Rurale (PSR), ovvero uno dei motivi a sostegno della necessità di individuare per l’agro di Alghero nuovi strumenti di pianificazione in accordo con il PPR”.
“La recente Delibera di Giunta interviene a sanare questo disastroso quadro con l’articolo 27 bis “Disciplina delle attività agricole, pastorali e selviculturali nelle aree di pericolosità molto elevata” che, seppur con le dovute eccezioni e accorgimenti, ripristina il potenziale produttivo delle aziende ricadenti in aree Hi4 e offre loro la possibilità di realizzare strutture a supporto della propria attività”.
“Dispiace constatare come gli amministratori cittadini siano rimasti sordi davanti alle molteplici grida d’allarme provenienti anche dal mondo delle professioni tecniche oltre che da quello politico, imprenditoriale e della cittadinanza attiva, esponendo il nostro agro a gravissime conseguenze davanti alle quali poco o niente avrebbero potuto le tanto paventate (e costose) opere di mitigazione”.
Nella foto Ferdinando Manconi
S.I.