ALGHERO – Come sempre, in politica, quando si dà la parola al popolo la verità, seppur a volte parziale, riemerge sempre. E anche le Primarie di domenica potevano offrire diversi spunti e così è stato. Una serie di elementi che partono dal dato nazionale a quello locale passando per il regionale. Com’è noto Matteo Renzi è stato incoronato con un voto, quasi bulgaro, nuovamente segretario. Trend confermato anche in Sardegna dove ha vinto Luigi Cucca. Anche questo risultato era piuttosto atteso. Ma sono i dettagli che, spesso, fanno la differenza e soprattutto sono importanti indicatori, specialmente a livello locale vista anche la nota “diaspora” in casa dem.
Il primo elemento che salta agli occhi è che l’affluenza è stata praticamente la stessa delle ultime Primarie quando fu eletto Renato Soru. Questo evidenzia che, con o senza i bruniani, il Pd locale ha retto in termini di appeal rispetto al proprio elettorato. In pochi pronosticavano tale risultato. Le previsioni si attestavano intorno ai 500 voti, mentre nei 4 seggi hanno votato il doppio delle persone. Entrando nel merito delle scelte Alghero è in linea con il dato regionale: vittoria per Renzi, Cucca e soprattutto della lista “Popolari Riformisti” facente capo a Spissu, Lai e Fadda.
Mentre c’è un eccezione nella Riviera catalana o meglio nella porzione verso l’agro del territorio. Il seggio riferibile alle borgate ha visto il trionfo di Orlando, portando la percentuale generale a superare la media regionale del 10%. Questo riflette del resto quelle che oggi sono le anime del Pd di Alghero che, in linea con quello nazionale, andrà ad avere al suo interno una maggioranza renziana, o meglio correlabile al Ministro Martina coi “Popolari Riformisti” rappresentanti da Enrico Daga che andrà a far parte anche dell’assemblea regionale del partito e poi quella orlandiana riferibile al capogruppo Mimmo Pirisi che nella zona dell’agro è da tempo divenuto un punto di riferimento anche per le questioni primarie, ancora irrisolte, legate a residenti e imprenditori. Il tutto coordinato dal segretario Mario Salis e da dirigenti storici come Cici Peis e Franco Santoro, oltre che dai tanti altri componenti.
In questo quadro non può non essere analizzato il totale flop del sindaco Bruno. Pochi giorni, anzi ore, prima delle Primarie aveva scatenato la poderosa macchina comunicativa con anche una nota stampa politica inviata dal Comune (ennesimo fatto inedito) dove faceva annunciare ad assessori e consiglieri che non avrebbero partecipato al voto. Ma non gli è bastato. Così ha fatto sentire i due candidati alla segreteria regionale per esprimere rammarico sulla situazione algherese. Strategia (fallimentare) rafforzata dalle volontà di non far votare sostenitori e ultras che però, evidentemente o non hanno ascoltato l’indicazione oppure (cosa più realistica) sono ridotti al lumicino e a pochi commentatori sui social.
Fatto sta che il risultato, in termini di affluenza, è stato in linea col precedente e soprattutto la lista “antagonista” a quella segreteria di via Mazzini, ovvero quella di Gavino Manca, è stata surclassata dai “Popolari e Riformisti”. Un doppio schiaffo che suggella definitivamente la fine del rapporto tra Bruno e il Pd. E non solo, visto che in molti dell’entourage stanno già cercando nuovi lidi a partire dall’assessore Tanchis pare oramai accasatosi col Partito dei Sardi di Maninichedda. “Per noi queste Primarie non rappresentano solo il voto dei segretari, ma di fatto sanciscono e battezzano quello che potremmo definire il nuovo Pd di Alghero”, fanno sapere da via Mazzini.
Nella foto un incontro del Pd in via Mazzini
S.I.