No all’impianto eolico a Capo Caccia, odg in Consiglio Comunale

ALGHERO – Ritorna in prima pagina il tema dell’impianto eolico off-shore che dovrebbe essere realizzato al largo di Capo Caccia. Dopo le opposizioni del Comune e Parco di Porto Conte, già rese note durante alcuni incontri pubblici, si deve registrare anche l’ordine del giorno dell’Udc, Riformatori e 5 Stelle con primo firmatario il capogruppo centrista Christian Mulas. Un documento che evidenzia come si debba “compiere ogni e qualsiasi azione utile al blocco della procedura di autorizzazione all’esecuzione del progetto sopra specificato; coinvolgere, con l’urgenza che il caso richiede, l’amministrazione regionale della Sardegna, affinché faccia valere le ragioni della nostra città e dell’intera Sardegna con l’utilizzo degli strumenti costituzionali e statutari atti a difendere i nostri territori da questa iniziativa imprenditoriale e rappresentare, presso le competenti sedi governative, la contrarietà del comune di Alghero alla realizzazione del progetto su emarginato se non condiviso con la comunità”.

 

ORDINE DEL GIORNO

Il Consiglio comunale di Alghero, alla luce dell’imponente numero di richieste di concessioni di specchi d’acqua del mare che circonda la Sardegna e, in particolar modo, con riferimento alla richiesta di concessione di specchi d’acqua del mare più prossimo alla città di Alghero per l’installazione dell’impianto eolico denominato Sardinia North West a cura della società Avenhexicon S.r.l.

CONSIDERATI

– La costituzione della repubblica italiana,

– Lo statuto della Regione autonoma della Sardegna,

– I propri programmi di sviluppo e di tutela del territorio comunale

PREMESSO

-Che la società “Avenhexicon S.r.l.“ ha presentato istanza di concessione marittima trentennale al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, finalizzata all’istallazione e all’esercizio di un parco eolico off shore di tipo floating, denominato “Sardinia North-West” per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. La richiesta riguarda il Mare di Sardegna Occidentale, al largo di Capo Caccia, per una superficie di 382 Kmq a 12 miglia nautiche sulla piattaforma continentale ed è costituito da 27 strutture galleggianti con un diametro complessivo di ciascuno di 310 metri ognuna con 2 aereogeneratori per un totale di 54 pale alte 177 MT al mozzo e 322 all’apice. L’ancoraggio su un fondale che va dai 300 ai 900 metri con sistemi da definire e con la realizzazione di un cavidotto di 41 km con terminale sul molo sopraflutto del porto di Alghero e attraversamento della città e collegamento sino alla Centrale di Fiumesanto, attraverso un cavidotto posto sotto terra della lunghezza di km 38 circa.

-Che i progetti di centrali eoliche offshore in argomento dovranno essere assoggettati a procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), ai sensi del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i., nonché ai rispettivi e vincolanti procedimenti di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), con considerazione degli impatti cumulativi

-Che nel progetto presentato gli aerogeneratori insistono sul margine della piattaforma continentale, il cui fondale è compreso tra i 300 e i 1000 metri di batimetrica; che non vengono indicati i tipi di ancoraggio delle strutture eoliche galleggianti e che le stesse verranno successivamente calcolate tenendo conto della risposta dinamica dal carico combinato del vento e delle onde.

-Che non è stata definita la tipologia degli ormeggi e che le tecniche di ancoraggio più opportune verranno definiti “a valle di sondaggi geotecnici e geofisici e, pertanto, in funzione delle tipologie e della natura dei fondali “ e che comunque la tipologia di ancoraggio è importante dal punto di vista ambientale .

Che non è stato minimamente valutato l’impatto sulla fauna marina e che, alla profondità di progetto non si conoscono studi approfonditi per valutare l’impatto su organismi marini, in particolare sul coralligeno e sui cetacei.

-Che l’area oggetto di richiesta, nonostante la distanza dalla costa, è comunque inserita su una rotta migratoria degli uccelli tra Europa e Africa e che il complesso delle pale può essere confuso dall’avifauna migrante come una o più isole. Inoltre, per quanto riferito in analoghi progetti , si ipotizza un incremento dei pesci e, di conseguenza un richiamo per l’avifauna marina che potrebbe cadere nella trappola delle pale rotanti , per le quali non risultano previsti sistemi di dissuasione o di mitigazione

-Che, con riferimento poi al percorso del cavo sottomarino, in prossimità della costa incontrerebbe la prateria di Poseidonia, e che, al riguardo, non risultano nel progetto i metodi di posa ed eventuali sistemi di mitigazione.

-Che il percorso del cavo sottomarino , urbano ed extraurbano coincide esattamente con quello del progetto del Parco Eolico tra Capo Mannu e Capo Marrargiu.

-Che, a fronte di un numero imponente di futuri parchi eolici marini e terrestri, si ritiene che l’energia elettrica prodotta con lo sfruttamento del vento sarebbe esageratamente più consistente (fino a dieci volte tanto!) rispetto a quella necessaria alla comunità sarda ed al suo territorio regionale e che, pertanto, in questa logica la nostra isola e la nostra città sarebbero chiamate a pagare un prezzo altissimo in termini ambientali, paesistici e storico-culturali per garantire l’esecuzione di impianti che possono essere comodamente eseguiti nelle aree che consumeranno l’energia prodotta in detti impianti;

-Che le iniziative imprenditoriali, proposte secondo le procedure autorizzatorie innovate con il decreto-legge n. 77/2021, paiono porsi in netto contrasto con i precetti costituzionali dello Statuto della nostra regione e che nel progetto sopracitato non emerge utilità alcuna per la comunità algherese, pur a fronte del grande impatto ambientale, paesaggistico e storico-culturale che lo stesso avrebbe sulla comunità amministrata e che, se attuato così come presentato, il parco eolico costituirebbe una ingiustificata ed inaccettabile servitù energetica per la comunità algherese e per l’intero territorio della Sardegna

-Che, per quanto sopra, oltre al sensibile impatto ambientale, assolutamente tuttora non valutato, sarebbe oltremodo assurdo vincolare una così imponente estensione di aree demaniali, di mare territoriale e d’interesse nazionale per tempi lunghissimi (30 anni) in assenza di qualsiasi autorizzazione per la realizzazione e la gestione della progettata centrale eolica off shore, in violazione dell’obbligo di congrua motivazione vigente per qualsiasi atto amministrativo (art. 3 della legge n. 241/1990 e s.m.i.).

RICHIAMATE

Le osservazioni e l’opposizione al predetto progetto, come già ritualmente presentate avverso allo stesso dai comuni di Sassari, Porto Torres ed Alghero nell’agosto del corrente anno ed i cui contenuti sono da considerarsi come trasfusi, per farne parte integrante e sostanziale, nel presente ordine del giorno

EVIDENZIATO

-Che pare altresì doveroso segnalare come questa stagione si stia sempre più caratterizzando come il tempo delle espropriazioni delle rappresentanze popolari (non a caso, anche il Comune di Alghero viene a sapere di iniziative così rilevanti solo attraverso una formale comunicazione diramata da un ufficio dello Stato). Ovvero, nessuna verifica è stata fatta dal decisore statale circa la disponibilità della comunità locale a farsi carico degli esiti di un progetto così impattante sul territorio, sulla propria economia e sulla gente che in questo territorio vive ed opera.

-Che si rileva come un malinteso senso dell’efficienza circoli in determinati ambienti politico/aziendali romani, in base al quale poco importa se una comunità ha ragioni per non volere un progetto o per accettarne una sua versione corretta e modificata, sul principio che esso va accettato ed eseguito “a scatola chiusa”!

-Che con la scusa che “ce lo chiede l’Europa”, sembra che i comuni e le regioni debbano sottostare ad ogni apodittica decisione presa nelle stanze ministeriali romane, senza lamentarsi o presentare rimostranze. Anche quando, tanto per tornare a cose vecchie per la Sardegna, si occupa il territorio (abbiamo il 65% delle servitù militari italiane) o si riempiono le carceri di reclusi nel regime più restrittivo (pare che un terzo di questi reclusi in Italia sia ospitato nelle carceri sarde).

-Che pare giunto il tempo di dire basta e di chiarire, a quanti vogliono fare soldi invadendo mare e terra della nostra Isola, che non ci vanno bene queste modalità di intervento e che, piaccia o non piaccia, bisogna fare i conti con le comunità locali e con le loro esigenze di sviluppo e di tutela dei beni ambientali; apparendo così paradossale porre sistematicamente divieti, in Sardegna, anche per le più minuscole e ininfluenti realizzazioni e, poi, assistere a iniziative imponenti, che generano problematiche imponenti e, certamente, danni imponenti; le quali passano come graziose autorizzazioni romane.

Tutto ciò premesso, considerato e richiamato, impegna il Sindaco e il Consiglio Comunale

– A compiere ogni e qualsiasi azione utile al blocco della procedura di autorizzazione all’esecuzione del progetto sopra specificato;

– A coinvolgere, con l’urgenza che il caso richiede, l’amministrazione regionale della Sardegna, affinché faccia valere le ragioni della nostra città e dell’intera Sardegna con l’utilizzo degli strumenti costituzionali e statutari atti a difendere i nostri territori da questa iniziativa imprenditoriale;

– A rappresentare, presso le competenti sedi governative, la contrarietà del comune di Alghero alla realizzazione del progetto su emarginato se non condiviso con la comunità.

-Primo firmatario dell’Ordine del giorno, il Consigliere capogruppo dell’Udc Christian Mulas

F.to U.D.C … Christian Mulas

F.to Riformatori… Alberto Bamonti

F.to Movimento Cinque Stelle… M.Antonietta Alivesi