CAGLIARI – “I lavoratori del Brotzu hanno espresso dubbi sulla proposta dei nuovi ospedali ed è quindi giusto e corretto mettersi a disposizione per dare loro le delucidazioni in una riunione aperta a tutti e la cui partecipazione è libera”. Lo dichiara l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, in risposta alle polemiche sollevate dall’on. Silvio Lai, in merito all’incontro in programma per domani e convocato sul tema dei nuovi ospedali dalla stessa Arnas Brotzu.
“Alzare i toni della dialettica – precisa l’assessore – fino a parlare di riunioni clandestine e sediziose mi pare che sia stravolgere la verità dei fatti a solo uso e consumo ancora una volta propagandistico, che non serve né ai cittadini, che meritano una sanità moderna ed efficiente, né tantomeno agli operatori sanitari con i quali il confronto deve essere sempre aperto”.
“Realizzare i nuovi ospedali – sottolinea l’assessore Doria – porterebbe modernità ed efficienza al nostro sistema sanitario regionale. Chi attacca oggi il piano dei nuovi ospedali si è lamentato fino a ieri delle carenze strutturali di presidi sanitari vecchi di oltre cinquant’anni.
Mentre il mondo va nella direzione opposta, nel terzo millennio, oggi in maniera strumentale ci si oppone ad un progetto che mira ad offrire ai Sardi quelle strutture nuove e moderne che anche noi potremmo avere e che i nostri pazienti sardi trovano quando scelgono di andare a curarsi in altre regioni che offrono strutture nuove e moderne. Questo è un autentico cortocircuito alimentato ogni giorno di più da forzature e strumentalizzazioni, come quella sul Brotzu, dove gli investimenti di cui si parla tanto non vanno a ristrutturare nemmeno un metro quadro del vecchio ospedale.
Gli investimenti sugli attuali ospedali in attività devono proseguire nell’ottica di mantenerli al massimo delle loro funzionalità fino alla realizzazione delle nuove strutture sanitarie che offriranno percorsi più performanti e moderni nonché una migliore ottimizzazione anche delle risorse umane”.
“Realizzare nuovi ospedali – conclude l’assessore – non è quindi un capriccio della politica, ma è un dovere morale verso i sardi e negare questo diritto solo per scelta ideologica è da irresponsabili”