All’inizio di questa legislatura in una riunione in via Roma alla presenza mia, del Presidente della Regione e del Sindaco di Sassari era stato deciso che la priorità delle priorità per la sanità sassarese era la realizzazione del nuovo ospedale. La nuova struttura doveva servire prima di tutto a sopperire proprio alla carenza di medici perché in un ospedale nuovo, organizzato in maniera razionale in un’unica palazzina è evidente che servano meno medici. Oggi ci sentiamo dire che l’ospedale sarà realizzato a tempo debito perché la vera emergenza è la carenza di medici. Sembra una presa in giro.
Siamo a tempo praticamente scaduto, se si fosse fatto quello che era stato pianificato su mia proposta oggi non avremmo questa emergenza.
Lo dico oramai da anni in tutte le occasioni pubbliche e in tutte le riunioni ufficiali in cui si tratta il tema della sanità: per migliorare la qualità dei servizi offerti agli utenti, per razionalizzare meglio il lavoro di tutto il personale e, aggiungo, per risparmiare soldi pubblici bisogna costruire strutture completamente nuove.
Questo era l’impegno che era stato assunto ed è un impegno che è stato totalmente disatteso.
Questo ulteriore posticipare l’avvio della realizzazione del nuovo ospedale di Sassari, ma anche di quello di Alghero, rischia di essere l’ennesima presa in giro a questo territorio. Continuiamo a parlare di un domani che non si capisce quando arriverà e questo nonostante gli annunci ripetuti e mai attuati nel concreto.
La situazione di Sassari è ben nota a tutti: abbiamo le tre aree principali (quella medica, quella chirurgica e quella della diagnostica e laboratorio) dislocate in padiglioni diversi, lontane le une dalle altre, senza che riescano a poter dialogare come dovrebbero. Spendiamo risorse economiche ingenti per trasportare pazienti da un reparto all’altro mettendo anche a rischio la loro incolumità, oltre alle spese in più legate al mancato efficientamento energetico. E senza dimenticare che con un nuovo ospedale si avrebbe a disposizione una struttura più moderna, più funzionale, dotata di strumenti e tecnologie avanzate, con servizi che si integrano perfettamente. Fino ad oggi invece si è preferito andare avanti con interventi tampone che non risolvono la situazione e costano molto di più.
E allora non parliamo più di un domani indefinito e se riteniamo tutti che i nuovi ospedali siano la priorità mettiamo da parte le parole e gli annunci e iniziamo a realizzarli oggi, perché di tempo inseguendo le emergenze ne è stato perso anche troppo”
Antonello Peru, coordinatore regionale Sardegna al Centro