ALGHERO – Io non sono pacifista; sono contro la guerra. Con queste parole Gino Strada chiariva il suo pensiero a tanti suoi infelici detrattori, e indicava una strada all’umanità e alla classe dirigente che governa gli Stati. Essere contro la guerra, infatti, non vuole rappresentare l’irenico proclama di un astratto buonismo tendente all’amore universale. In una società dominata da una sfrenata competizione economica, in tanta parte intrecciata con feroci interessi criminali, “l’amore fraterno” non appare certo un modus operandi confacente all’attuale stadio evolutivo della società umana. Al contrario, essere contro la guerra militare assurge a serio esercizio di realismo politico, significa, cioè, essere contro uno strumento pressoché inutile per dirimere controversie fra Stati, sia nella versione occidentale legata a una improbabile “esportazione della democrazia”, sia in quella strettamente geo-politica di conquiste di territori o porzioni di esso, appartenenti a Stati confinanti. Afghanistan e Ucraina sono i due emblemi del fallimento di entrambe le versioni. Per le generazioni di venti-trentenni come la mia, ai quali è stato risparmiato persino il servizio di leva, una guerra combattuta in stile seconda guerra mondiale, appare un vero e proprio delirio. Se non fosse per il massacro di civili inermi e la distruzione di città millenarie, si potrebbe definire il conflitto russo-ucraino una forma di idiotismo basato su una condizione di profonda arretratezza culturale. Pensare che nel XXI secolo i problemi in campo possano essere risolti con conflitti armati, significa per l’appunto essere idioti. Noi giovani, che ci affanniamo a rinominare tutto, spesso in modo troppo superficiale, non sbaglieremo se, questa volta, definissimo la guerra una idiozia. GUERRA=IDIOZIA. Questo potrebbe essere l’incipit di un nuovo programma generazionale, con il quale confrontarsi in modo realistico in questa complicata epoca di transizione. Noi siamo la prima generazione che dovrà farsi carico di problemi globali e cercare di risolverli: dai cambiamenti climatici ai ricorsi pandemici; dall’emigrazione di popoli, ad una nuova economia che sappia svilupparsi distribuendo ricchezza e opportunità in modo giusto a tutti. Se la generazione dei nostri genitori era quella che doveva cambiare il mondo, noi siamo quella che deve salvarlo. E iniziare definendo ogni guerra una idiozia credo sia partire con il piede giusto.
Partito Democratico Alghero, Giancarlo Balbina