ALGHERO – Allarme in Sardegna riguardo i reparti di ostetricia. In base alle direttive ministeriali del Governo Renzi, infatti, gli ospedali che registrano meno di 500 nascite all’anno dovranno chiudere il reparto di riferimento. Un’ennesima iattura per quei territori dove i presidi statali sono sempre meno e la desertificazione sociale pare purtroppo un processo irreversibile.
Timori anche ad Alghero. Dove da anni si manifesta tale nefasta eventualità. Questo al netto della riconosciuta qualità dei medici e operatori del servizio. Ma tutto è legato ai numeri. Alle fredde cifre. Ed così che molte località sono a rischio: Ozieri, Maddalena, Iglesias, Carbonia, Tempio e Lanusei. Proprio dal capoluogo dell’Ogliastra è partita la protesta. L’amministrazione ha emesso un comunicato fortemente critico contro il Ministro Lorenzin avvisando la Giunta Pigliaru affinchè non si azzardasse a toccare il reparto nell’ospedale di Lanusei. Da Alghero ancora nessuna alzata di scudi ufficiale. Ma, nonostante i dati, il presidio della Riviera catalana dovrebbe salvarsi. Ma per andare al nocciolo della questione abbiamo chiesto all’Asl di fornirci il numero esatto delle nascite degli ultimi anni. Appare subito un trend in chiara descrescita e il numero 500 è ben lontano.
Nel 2010 i nati ad Alghero sono stati 194 (chiusi per 6 mesi), l’anno seguente si registrano 319 nati, poi si sale fino a 395 e ancora nel 2013 a 398. Poi una diminuzione. Nel 2014 i parti sono 358 fino all’anno scorso dove si registrano solo 338 nascituri. Negli anni precedenti, l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia ha registrato dei dati comunque piuttosto altalentnati: 2009 è un anno in crescita 323, con il numero più alto di nascite dal 2005 quando i nati furono 320; nel 2006 i bambini nati furono 277 e infine 316 nel 2007. Mentre 295 nel 2008. Insomma dei numeri, com’è putroppo evidente, sempre inferiori la cifra ministeriale ddi 500. Ma c’è da evidenziare che l’ospedale di Alghero serve un territorio molto vasto e soprattutto garantisce un servizio fondamentale nei mesi estivi dove la popolazione locale si radoppia per l’arrivo dei turisti.