ALGHERO – Ancora polemiche e scontri riguardo l’agognata variante urbanistica riguardante l’area della Bonifica algherese e in particolare il Piano d’Assetto Idrogeologico. Posizione diverse messe in evidenze in questi mesi riguardanti soprattutto il Pai. Ma, come quasi tutte le tematiche principali per Alghero, negli ultimi anni, hanno trovato più spazio nelle diatribe sui media che nella loro piena realizzazione. Ed è cosi pure per questo tema che, nonostante la montagna di parole spese e annunci, ancora è tutto sulla “carta” e ancora non c’è niente di concreto visto che la Regione, che aveva proprio con l’assessore del Partito Democratico Erriu, “aperto” alla possibilità pe Alghero, ad oggi ancora non ha dato il parere positivo atteso.
E sulla questione, dopo l’intervento del tecnico comunale incaricato per il Pai, arriva una nuova nota a firma del Comitato Zonale che, tramite il presidente Tiziana Lai, smonta quanto detto dall’amministrazione Bruno e ribadisce la volontà dei cittadini di andare avanti con la battaglia per fermare questo tipo di Pai. “Leggiamo con attenzione, senza peraltro stupirci più di tanto, quanto dichiarato dal professionista incaricato di eseguire lo studio di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica previsto dalla norma per l’aggiornamento a scala di maggior dettaglio, quella comunale appunto, del Piano di Assetto Idrogeologico”.
“Non ci stupisce che sottolinei, ancora e per l’ennesima volta, che il territorio era già vincolato dal Piano Stralcio delle Fasce Fluviali, ma ci lascia invece perplessi che tenti di usare quel piano fatto su scala regionale come alibi al suo lavoro e da noi contestato. E’ giusto sottolineare infatti che lo studio di dettaglio presentato non solo non ha modificato in maniera migliorativa quanto pianificato dalla Regione su scala ampia e non di dettaglio, come sarebbe dovuto accadere invece se lo studio fosse stato eseguito in base ad una corretta e dettagliata analisi del territorio in scala locale e con la giusta applicazione della norma con l’inserimento di tutti i parametri adeguati, ma anzi con il suo studio di dettaglio ha appesantito i vincoli ampliando le zone vincolate con l’aumento non solo dei dati delle portate di piena ma inserendo tratti di canale non presi in considerazione in precedenza dalla Regione Sardegna. Osservazioni peraltro giunte agli uffici comunali anche dall’Autorità di Bacino dopo una prima visione dello studio”.
“Ci lascia invece basiti che sottolinei, ancora e per l’ennesima volta, che il territorio abbia l’assoluta necessità di cotanta spesa pubblica pari addirittura alla sopraelevazione di strade e allargamenti vari. Quello che stiamo contestando, in tutte le sedi e da oltre un anno, è infatti che lo studio di dettaglio fotografa il territorio in maniera completamente errata e che non può essere un errore così tanto macroscopico l’artefice di vincoli inutili per problematiche inesistenti, che causano non “il punto di partenza per guardare in faccia il nemico” ma una inutile spesa per le casse pubbliche”.
“Speravamo in una risposta nel merito alle nostre rimostranze, fatte sempre puntualmente e con dati certi e inconfutabili presi dalle norme e dagli studi presentati, ed invece tentano di liquidarci con dichiarazioni contenenti dati scarni come “zona molto pianeggiante” oppure “bacino idrografico abbastanza grande” e ancora “quella quantità si distribuisce in una zona molto ampia” o con affermazioni contrastanti, con le quali indicando le eventuali piogge eccezionali, dichiara che sono da “considerare anche se non sono mai accadute o chissà se mai accadranno”. Noi invece siamo sicuri che la norma non prevede l’attribuzione allo studio di dati scarni e nè tantomeno basati sul chissà, ma prevede uno studio puntuale e necessario sia alla tutela dell’incolumità pubblica sia degli interessi economici di un intero territorio”.
“Chiudiamo comunicando, a chi ancora non l’avesse capito e con buona pace di chi tenta di fermarci, che è nostro preciso compito, come peraltro lo è di qualsiasi soggetto che ha a cuore le sorti delle casse pubbliche, quello di evitare che il territorio subisca vincoli inutili e dannosi per le economie locali ed è anche quello di evitare il depauperamento di fondi pubblici necessari alla corretta tutela dei cittadini. Sarebbe infatti quantomeno auspicabile che le opere di mitigazione venissero eseguite appunto in quei territori che hanno realmente la necessità”.
“Ed è per tutte queste ragioni che, con il sostegno dei cittadini coinvolti, abbiamo già firmato gli incarichi ai tecnici ed ai legali per tutelarci in tutte le sedi opportune e con tutte le azioni utili alla difesa degli interessi economici di un territorio che ad oggi è gravemente danneggiato”.
Nella foto l’area dell’agro vincolata dal Pai
S.I.