Pala-vergogna, scontro Bruno-Tedde

ALGHERO – “Capisco la paura di Marco Tedde di non essere rieletto: ormai chiunque ha intuito che la turbativa in ordine all’avviso pubblico in corso sul palazzo dei congressi è semplicemente il tentativo di un avvio maldestro della sua campagna elettorale e di quella della sua coalizione. È questo un fatto grave. Si pensi che per rispondere alla loro azione boomerang – come spesso capita alla destra – sono state copiate perfino le mie parole perché non ne dispongono di proprie. Ma voglio restare ai fatti”. Cosi il sindaco di Alghero, Mario Bruno che risponde al consigliere regionale Marco Tedde riguardo la polemica del “Pala-vergogna” ovvero la struttura che intitolata a Martino Lorettu risulta essere diventata un simbolo del degrado e abbandono. “Tutti, perfino gli avvocati non praticanti, sanno che quando una convenzione è scaduta cessa i propri effetti. E la convenzione che affidava la gestione provvisoria del centro Congressi al Comune di Alghero è scaduta il 31.12. 2014 e dal giorno dopo sono rientrati anche gli obblighi del Comune di Alghero. Il resto è bassa retorica. Accuse senza senso e fuori luogo, a tratti inutilmente volgari e offensive”.

A differenza di Tedde e amici, che hanno voluto la gestione provvisoria del centro di Maria Pia con una convenzione stipulata con la Regione il 31 dicembre 2010, con 500.000 euro a disposizione, per la durata di un anno, prorogabile qualora non fossero state individuate le forme di gestione definitiva della struttura, noi non abbiamo chiesto proroga, né abbiamo voluto la gestione del Centro. Lo abbiamo trovato privo del Certificato Prevenzione Incendi e con una serie di deficit strutturali e impiantistici che non potevano ricadere sul Comune.

“E non mi si venga a dire che da dicembre 2010 a novembre 2011 sono passati solo cinque mesi, e che pertanto la destra di Tedde non ha avuto il tempo di manutenere e avviare la gestione del Centro, che prevedeva anche l’impegno del Comune di intervenire con fondi propri, perché è un insulto all’intelligenza e alla matematica. Per di più la delibera regionale che affidava al Comune la gestione provvisoria è del gennaio 2009. La giunta Tedde ha fatto passare inutilmente tre anni, occupandosi solo della parte esterna del palacongressi attingendo ad altre risorse regionali per effettuare i concerti.

“Il tema, quindi, non è la mancata restituzione di un bene che è sempre stato regionale. Tant’è che la disputa di questi anni con la Regione non è stata sull’ipotetica mancata consegna alla Regione del bene alla scadenza della convenzione, ma l’interpretazione sulla proprietà. Il Demanio Regionale ha sostenuto in questi anni – dopo la nostra decisione di non prorogare la gestione provvisoria – che quel bene sarebbe di proprietà del Comune in quanto fin dalle origini del progetto, stiamo parlando degli anni settanta del secolo scorso, per capirci, quell’area era di proprietà comunale. Tesi da noi non condivisa con interpretazione messa nero su bianco: a conferma della titolarità della proprietà regionale fu la stessa Regione a stipulare con il Comune la famosa convenzione del 2010 per l’affidamento del Centro. Convenzione che noi non rinnovammo nel 2014. E che ha cessato i propri effetti dal 1 gennaio 2015.

“Con la Regione abbiamo però trovato un accordo, formalizzato nel marzo scorso, che ha portato all’avviso esplorativo, tutt’ora in corso rivolto a operatori economici in ordine all’eventuale procedura affidamento in concessione, mediante finanza di progetto, che lascia ampia discrezionalità agli operatori economici interessati, e che scade il 3 gennaio prossimo. Un procedimento che con sospetta scelta di tempo la destra evidentemente vuole affossare, pensando più alle elezioni che al bene del territorio”.

Contro replica dell’onorevole Marco Tedde. “Capiamo il nervosismo del sindaco di Alghero, ma è inopportuno che scarichi le sue tensioni nella gestione della cosa pubblica. Si tranquillizzi: se non dovessi essere rieletto tornerei serenamente a fare il mio mestiere a tempo pieno. Ne più ne meno di quanto succederebbe a lui se non venisse rieletto, cosa molto probabile”. Così il consigliere regionale di Forza Italia Marco Tedde commenta le dichiarazioni del sindaco Bruno che attribuisce l’offensiva del centrodestra sul Palacongressi a esigenze elettorali. “Stia sereno e si dedichi ad amministrare Alghero piuttosto che tentare di mettere il bavaglio agli oppositori e ai media non asserviti alla sua gestione tutta mediatica della cosa pubblica.” Tedde ricorda a Bruno che contrariamente alle sue asserzioni da “causidico della Riviera del corallo”, anche se la convenzione per la gestione del Palacongressi è scaduta, non avendo egli pensato di restituire la struttura alla Regione questa è rimasta nella disponibilità del Comune, che si è accollato anche gli oneri di custodia e le responsabilità derivanti dagli atti vandalici consumati. Peraltro, gli ricorda Tedde, nella struttura e nelle immediate adiacenze sono ricoverate attrezzature comunali”.

“Sarebbe meglio che studiasse le carte prima di sproloquiare. E magari di fare una chiacchierata con il Demanio regionale che ha certificato che il bene “è ancora nella disponibilità del Comune di Alghero” in quanto non è stato riconsegnato all’Assessorato. E, magari, che facesse un po’ di mente locale e ricordasse le esibizioni di James Brown, Dee Dee Bridgewater, Dalla, De Gregori, Subsonica, Pat Metheny, Mannoia, Paolo Conte e Pino Daniele e di qualche decina di artisti internazionali che negli anni dal 2002 al 2011 fecero di Alghero la capitale degli eventi in Italia, senza che il Comune ricevesse sostegno finanziario dalla Regione. Il consigliere regionale evidenzia anche che nonostante le forti sollecitazioni la Regione affidò al Comune di Alghero 250 mila euro, ma solo ad agosto del 2011, per contribuire alle spese di manutenzione, che non furono spesi perché la Giunta di centrodestra cadde tre mesi dopo. “Si informi Bruno. E smetta di saturare l’etere con annunci improbabili. Lo faccia nell’interesse di Alghero e degli algheresi –chiude Tedde-“.

Nella foto il Palazzo dei Congressi divenuto oramai simbolo dell’abbandono e degrado

S.I.