ALGHERO – “La pandemia di Covid-19, l’emergenza climatica, la tragica guerra in Ucraina, l’impennata dell’inflazione, la più grave crisi energetica ed economica del Dopoguerra richiedono sobrietà e condivisione sulle scelte fondamentali, più partecipazione quindi più democrazia.
La rinuncia alle scelte fondamentali di pianificazione generale ha prodotto profondi danni alla nostra città e al suo territorio con un tessuto urbano decisamente confuso e invivibile, privato di spazi vitali per i servizi generali e di quartiere. Spropositati i benefici per i pochi privilegiati a cui corrispondono notevoli svantaggi per tutti gli altri. Una situazione di disordine che influisce negativamente sulla qualità della vita sia dei cittadini residenti che dei turisti/visitatori. Negli ultimi vent’anni molti comuni sardi, responsabilmente, si sono dotati di strumenti di pianificazione, ma ciò è avvenuto solo marginalmente nella nostra città.
La nostra Costituzione, recentemente riformata negli articoli 9 e 41, riafferma e consolida la tutela del paesaggio – interazione tra l’ambiente naturale con il patrimonio artistico e storico – quale indispensabile fattore di tutela della salute e pone limiti all’attività economica pubblica e privata a favore delle nuove generazioni, e della biodiversità naturale e seminaturale.
Sosteniamo da sempre la necessità di approvare tutti gli strumenti urbanistici a seguito di un rigoroso confronto in città. Il tema attualmente in primo piano è il Piano del Parco, strumento sopraordinato al Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) e al Piano di Utilizzo dei Litorali (P.U.L.), con il coinvolgimento di tutte le componenti organizzate ma anche dei singoli cittadini, così come prevede la Carta di Aalborg delle città europee per uno sviluppo durevole e sostenibile. È da evidenziare che Alghero è stato uno dei primi comuni d’Italia ad averla sottoscritta con un atto solenne del Consiglio Comunale. Coinvolgimento della comunità peraltro auspicato e previsto dal Forum locale di Agenda 21, e dal percorso dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU.
Singolare invece che le Linee guida del 2009 per la redazione del Piano del Parco siano state più volte modificate mentre il progetto del Piano medesimo, elaborato dal gruppo tecnico-scientifico incaricato, a cui hanno collaborato qualificati esperti del territorio nei campi della pianificazione, dell’ambiente e dell’economia, consegnato all’Ente Parco nell’ottobre 2013, veniva accantonato senza alcuna ragione plausibile. Nonostante il progetto di Piano sia disponibile sul sito del Parco Naturale Regionale di Porto Conte nessuna discussione in merito è stata avviata in città mentre sull’intera area vengono calate scelte e interventi non deliberati dall’Assemblea del Parco ovvero dagli stessi membri del Consiglio comunale. Ancora una volta, con l’ultima versione delle Linee guida per il Piano del Parco, assistiamo a un’approvazione lampo, con l’aggravante di un voto favorevole di soli nove consiglieri su ventiquattro, con un Parco di Porto Conte di fatto commissariato.
Anziché allargare la discussione alla partecipazione democratica di tutte le componenti della società algherese la decisione è stata assunta da una stretta cerchia di consiglieri di maggioranza, agevolata da un diffuso atteggiamento rinunciatario e tattico, difficilmente registrabile in passato.
Così dopo lunghi silenzi con le nuove Linee guida i partiti di maggioranza e la dirigenza del Parco imprimono una svolta decisionista, con l’intento di percorrere ”nuove strade per lo sviluppo locale del territorio algherese” che noi riteniamo inconciliabili con le finalità proprie del Parco naturale ovvero la tutela e la gestione delle biodiversità.
In conclusione:
– chiediamo ai raggruppamenti politici cittadini, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni e ai comitati a carattere ambientalista e culturale, alle organizzazioni di categoria, ai comitati di borgata e di quartiere, al mondo scientifico e universitario di esprimersi sul futuro del Parco e sul Piano medesimo in un dibattito aperto che coinvolga inizialmente tutta la cittadinanza di Alghero per poi estendersi all’intero Nord Ovest della Sardegna.
– sosteniamo un confronto tra tutte le parti interessate sulla possibilità di una nuova perimetrazione dell’area Parco comprensiva delle zone agricole e delle borgate storiche della Riforma.
– Alghero è città del Parco, pertanto occorre che gli autentici valori ambientali del Parco influiscano positivamente sulla pianificazione urbanistica cittadina. Vale evidenziare che il Parco Naturale Regionale di Porto Conte è stato voluto dalla comunità algherese e votato all’unanimità dal Consiglio comunale.
– proponiamo inoltre la costituzione della Rete ecologica cittadina – sistema interconnesso di habitat e di biodiversità – nell’ambito della Rete ecologica della Sardegna.
Infine, proponiamo che per tutta l’area del Parco Naturale Regionale di Porto Conte e dell’Area Marina Protetta di Capo Caccia-Isola Piana venga disposta dall’Assemblea del Parco, dall’Assessorato regionale all’Ambiente e dal Ministero dell’Ambiente (per quanto attiene all’A.M.P.) una moratoria di ogni ulteriore intervento in attesa del completamento dell’iter approvativo del Piano del Parco”. Sardenya i Llibertat, il coordinamento
Salvatore Scala Carlo Sechi Luigi Addis Sergio Floris