Parco di Porto Conte, relazione di fine mandato del Cda uscente

ALGHERO – Parco di Porto Conte, relazione di fine mandato da par del Consiglio Direttivo in carica dal 2019 al 2024 ovvero dal Presidente Tilloca e dai componenti Grossi e Bardino.

Premessa
Con queste relazione il Consiglio Direttivo uscente intende tracciare una sintesi dei principali
risultati ottenuti nel periodo di riferimento del proprio mandato 2019-2024.
Nonostante le ben note conseguenze della pandemia da COVID 19 che hanno fortemente
penalizzato l’attività del direttivo e la gestione aziendale per almeno due anni del mandato (periodo
2020-2021), l’Azienda speciale ha potuto confermare un ruolo da protagonista nel contesto
territoriale algherese e regionale.
L’Azienda Speciale Parco di Porto Conte in questi ultimi 5 anni, non ha solo consolidato il suo
ruolo primario di Ente gestore dell’omonimo Parco, ma ha avviato e strutturato con successo la
gestione dell’Area Marina Protetta Capo Caccia – Isola Piana, di una Zona Speciale di
Conservazione e di una ZPS, nonché del primo ed unico, al momento, Ecomuseo della Sardegna
(l’Ecomuseo del Parco di Porto Conte), unico formalmente riconosciuto dalla Regione Sardegna.
Grazie ai progetti ultimati ed in corso ed a quelli già programmati e finanziati, l’Azienda Speciale
ha dimostrato in questi ultimi 5 anni l’importanza del proprio ruolo, non solo con riferimento alla
primaria attività istituzionale finalizzata alla tutela ambientale a fini conservazionistici di habitat e
specie, ma anche quella riguardante il fattivo supporto che esercita a favore dello sviluppo del
territorio.
Fin dal suo insediamento il Consiglio Direttivo, d’intesa con l’Amministrazione comunale che ha
sempre formulato gli indirizzi e controllato le attività svolte (controllo analogo), ha optato per una
scelte del “fare”, improntata a coniugare la tutela con lo sviluppo locale, nel massimo rispetto del
quadro normativo e autorizzativo vigente.

La responsabilità del fare e l’esigenza di portare a compimento la programmazione ed attuazione
degli interventi in tempi accettabili, non genera sempre consensi e può anche contrastare con visioni
e posizioni ideologiche diverse da quelle che con la massima trasparenza il Consiglio Direttivo ha
sempre dichiarato. Non è mai stata la ricerca del consenso che ha caratterizzato l’attività del
direttivo.
Questa esigenza di portare a termine progetti importanti per il territorio è stata anche dettata dal
fatto che un Ente importante, come l’Azienda Speciale, non può contare solo sui contributi pubblici
regionali e ministeriali, ma deve avere la capacità di accedere a finanziamenti aggiuntivi (su fondi
europei e nazionali) e, con la fruizione sostenibile, di potersi assicurare quote certe e continuative di
flussi economici annuali (auto-finanziamento), senza i quali sarebbe impossibile mantenere in
equilibrio le entrate e le spese della gestione.
Entro questo quadro, molteplici sono state le iniziative in questi ultimi 5 anni. Una particolare
attenzione viene di seguito dedicata a quelle che il Consiglio Direttivo ritiene le più importanti
anche per le future ricadute che alle stesse possono essere ricondotte, soprattutto a fronte di una più
intensa e proficua collaborazione con il Comune di Alghero.
Ancora lunga, tuttavia, è la strada per questa più proficua collaborazione fra l’Amministrazione
comunale e la sua Azienda Speciale. Molti passi in avanti sono stati comunque fatti nel corso della
passata consiliatura, ma ancora tanti sono i passi che confidiamo possano essere fatti nel corso della
nuova consiliatura a partire da una indispensabile riforma dello Statuto.

Il Personale
Prima di entrare nel merito di queste attività un doveroso ringraziamento va fatto a tutta la struttura
del Personale del Parco. Donne e uomini di valore e di alta professionalità senza i quali nessuno dei
risultati potrebbe essere oggi raccontato.
Proprio sul Personale è il caso di ricordare che questo direttivo ha avuto il merito di sbloccare la
situazione legata alla pianta organica portandola dalle 10 unità (più il direttore) stabilizzate nel
2016, alle 20 unità della nuova pianta organica proposta proprio dal nostro direttivo, approvata dalla
Assemblea e autorizzata dalla Giunta comunale nel corso del 2024 nell’ambito del suo ruolo di
controllo sulle partecipate.
Per le nuove 10 unità di Personale sono state già avviate le procedure per il loro reclutamento

mediante concorsi pubblici. E’ stato questo un atto dovuto. Il mantenimento di un impegno formale
sottoscritto dall’Ente Parco con i competenti Uffici del lavoro proprio per completare il processo di
stabilizzazione delle prime 10 unità.

Il Bilancio
Quanto verificatosi con la contrazione delle entrate durante la pandemia, ha messo bene in evidenza
il fatto che senza le entrate da auto-finanziamento e, nonostante i finanziamenti che l’Azienda
speciale riesce ad ottenere grazie alla partecipazione a progetti europei, nazionali e regionali, i soli
contributi ordinari alla gestione, quelli erogati dalla Regione per le attività del Parco (600 mila
euro/annui) e quelli erogati dal Ministero dell’Ambiente per la AMP (circa 300mila euro/annui),
non sono più sufficienti ad assicurare un equilibrio delle entrate e delle spese di gestione. Lo
sbilancio è quantificabile nell’ordine dei circa 200.000 euro/annui.
A questo sbilancio il Direttivo e la direzione, in assenza di incrementi nei finanziamenti regionali ed
in assenza di alcun contributo del Comune, hanno cercato di fare fronte cercando di consolidare ed
incrementare le entrate da auto-finanziamento che dalla ripresa delle attività dopo il COVID (dal
2022) sono costantemente cresciute.

La gestione dell’Ecomuseo del Parco
L’Ecomuseo, come noto, è diventato il perno intorno al quale sono state improntate le attività per
l’auto-finanziamento con la introduzione di un unico biglietto, di validità annuale, per poter visitare
tutti i principali attrattori ambientali e culturali del Parco.
Questa nuova modalità di fruizione, con le entrate che genera, è fondamementale, come detto, per
assicurare al Parco quelle risorse aggiuntive da auto-finanziamento che consentono di mantenere in
equilibrio i conti del bilancio.
Per questo abbiamo introdotto una modalità innovativa di fruizione dell’Ecomuseo caratterizzata: a)
da una forte semplificazione dell’offerta (con un unico biglietto); b) dall’utilizzo di una piattaforma
digitale per la gestione delle prenotazioni e delle vendite on-line; c) da una APP innovativa,
integrata all’interno della piattaforma digitale, dedicata alla promozione del territorio e degli
operatori economici che collaborano con il Parco e la AMP.

L’Ecomuseo, come noto, ingloba in sé tutti i principali attrattori ambientali e storico culturali delle
nostre aree protette che diventano visitabili in maniera integrata con un unico biglietto (quello
dell’Ecomuseo), valido un anno dal momento dell’acquisto.
I risultati della stagione 2023 e quelli parziali della stagione 2024 (fino al mese di settembre),
confrontati con quelli delle precedenti annualità, consentono oggi di poter affermare che si è
consolidata: a) una costante crescita del numero dei visitatori, passati dai circa 32 mila del 2019
(ultimo anno pre-covid), agli oltre 40 mila visitatori del 2023; b) una costante crescita del fatturato,
passato da un livello pari a circa 117.000 euro del 2019, ad un livello pari a circa 170.000 euro nel
2022 per arrivare al livello di circa 191.000 euro nella stagione 2023. Le previsioni e i dati già
acquisiti fino al mese di luglio del 2024 consentono di fare una previsione di fatturato per il 2024
pari a circa 230.000 euro.
Le decisione del Direttivo si sono, pertanto, dimostrate corrette e lungimiranti; ed oggi l’Ecomuseo
del Parco, oltre che essere un modello innovativo ed un caso di successo, è anche la risposta
adeguata che consente al Parco di fare fronte a quelle essenziali esigenze di auto-finanziamento
sopra richiamate.

Le attività di tutela
Importantissimi risultati hanno caratterizzato il quinquennio di gestione in materia di tutela di
habitat e specie. Questi risultati fanno del Parco uno dei luoghi ideali per il transito e la
nidificazione di importanti specie prioritarie di rilevanza conservazionistica: si pensi solo ai
successi riproduttivi ormai continuativi del grifone, del falco pescatore, del capovaccaio,
dell’uccello delle tempeste per citare solo i progetti più importanti.
Nonostante la grande attenzione riposta sui temi ambientali della tutela, un grosso limite continua a
caratterizzare, ancora oggi, le attività prioritarie del Parco. Questo limite è anche il segno più
chiaro e tangibile delle difficoltà di raccordo fra Comune e Parco ed attiene alla mancata
approvazione ad oltre 25 anni dalla sua istituzione del Piano del Parco e dei collegati Regolamento
e Norme di attuazione.
Il nostro Consiglio direttivo ha avuto il merito di rimettere in moto il percorso di approvazione del
Piano del parco, bloccatosi nel 2015, portando alla approvazione dell’Assemblea le nuove linee
guida per la elaborazione dell’importante documento che hanno consentito alla direzione di affidare
ad un gruppo di lavoro della Università di Sassari l’aggiornamento dei documenti che costituiscono

la base conoscitiva per la elaborazione del Piano. Spetta ora alla nuova amministrazione completare
questo percorso con l’auspicio che la stessa riesca a superare la criticità del necessario raccordo tra
la pianificazione urbanistica comunale e lo stesso Piano del Parco.
Pur in assenza del Piano del Parco sono comunque stati portati avanti importanti progetti a partire
dai piani di gestione della ZSC e della ZPS approvati dalla Regione che hanno consentito di
ottenere non solo la formale designazione di Ente gestore di queste due aree protette della Rete
Natura 2000, ma di ottenere dalla stessa Regione, a fare data dal mese di settembre 2023, la delega
territoriale di ufficio competente in materia di rilascio delle autorizzazione V.Inc.A. per utti i
progetti ricadenti entro i confini delle stesse aree protette. Un riconoscimento importante che
dimostra ancora una volta la qualità e la competenza del Personale e l’adeguatezza delle strutture
del Parco dedicate alla tutela.
Troppi sarebbero i progetti, alcuni anche di livello internazionale, da citare in materia di tutela di
habitat e specie del nostro Parco. Fra i tanti meritano di essere menzionati: a) quelli che hanno
portato a fare diventare l’areale della falesia di Capo Caccia uno dei più importanti al livello
nazionale ed europeo per la contestuale nidificazione di tre specie di altissimo valore
conservazionistico: il capovaccaio, il falco pescatore ed il grifone. Non meno rilevante il nostro
ruolo negli studi coordinati da ISPRA riguardanti l’uccello delle tempeste e le berte con
pubblicazioni su primarie riviste internazionali. Grazie a questi studi abbiamo svolto un ruolo di
supporto tecnico-scientifico nei confronti della Regione per dimostrare i gravi impatti che avrebbero
su queste specie i previsti impianti eolici off-shore al largo delle nostre coste.
Cinghiali
Un altro importante fronte della tutela, sul quale si impone una indispensabile maggiore raccordo di
intenti e di azioni fra Parco, Comune Provincia di Sassari e Regione è quello della indispensabile e
non procrastinabile intensificazione delle azioni di contrasto per il contenimento della fauna
selvatica (in particolare ai cinghiali e ai daini) nel nostro territorio. Questa esigenza è diventata una
vera e propria calamità naturale. I cinghiali stanno devastando le campagne e i raccolti con lo stesso
potenziale distruttivo degli incendi. Grazie al diretto interessamento del Consigliere Grossi ed al
raccordo costante con le Associazioni dei coadiutori negli ultimi 5 anni sono stati abbattuti oltre un
migliaio di capi, di cui oltre 300 negli ultimi 5 mesi fino a maggio.
Siamo l’unico Ente che si occupa di questa calamità con importanti risultati, ma non sufficienti per
contrastare il fenomeno. Il Parco non può più essere lasciato solo a combattere questa battaglia.
Provincia e Comune devono sostenere in modo più convinto l’azione del Parco.Il contenimento dei

cinghiali e dei danni dovrebbe avere la stessa priorità della prevenzione degli incendi perché
analoghi sono gli effetti distruttivi.

Progetti conclusi e progetti in corso
Questi ottimi risultati sono stati anche il frutto di nuovi ed importanti investimenti che hanno
sollevato la qualità dell’offerta per la fruizione.
In primo luogo vanno ricordati gli interventi che hanno consentito di “trasformare” in via definitiva
la sede di Casa Gioiosa in un importante attrattore culturale parte integrante dell’Ecomuseo. I
diversi ambienti riqualificati ospitano oggi mostre tematiche e sale multimediali molto apprezzate
dai nostri visitatori/turisti. Fra le novità da ascrivere al nostro mandato ricordiamo le
implementazioni del centro immersivo Teleia, la mostra tematica AlgueRex dedicata ai dinosauri, la
sala multimediale che h24 trasmette le immagini in tempo reale provenienti dal nido del falco
pescatore.
Ma al nostro mandato sono anche da ricondurre importanti interventi che hanno consentito di
migliorare l’offerta del museo MASE di Maristella dedicato ad Antoine de Saint Exupery ed
anch’esso parte integrante del nostro Ecomuseo.
In quest’ottica della più alta qualità dell’offerta del nostro Ecomuseo (quella che ha consentito gli
ottimi riscontri di presenze e di fatturato più sopra ricordata), non possiamo non ricordare quanto è
stato complesso e dispendioso, in tutti i sensi, portare a termine il progetto di collaborazione con la
cooperativa il Quinto Elemento per la riqualificazione del compendio di Punta Giglio e l’avvio delle
attività del Museo MAPS, oggi vero e proprio scrigno ambientale parte integrante e sostanziale
dell’Ecomuseo del Parco, nonostante l’ostracismo dilagante di pochi facinorosi.
Anche per queste sterili polemiche e per le energie che sono state impiegate per contrastarle, sono
stati accumulati ritardi per la conclusione e l’entrata a regime di alcune importanti iniziative. I
lavori comunque volgono al termine e la entrata in operatività di diversi progetti è comunque
prevista per la prossima stagione 2025. Non appena ultimate queste opere contribuiranno ad
incrementare ulteriormente la capacità di auto-finanziamento del Parco.
Fra le più importanti ricordiamo l’area di sosta presso Casa Gioiosa, la Grotta verde ed il belvedere
della Foradada, l’Ecostello di Porticciolo, la messa in sicurezza della falesia di Punta Giglio, la villa
Romana di S. Imbenia, i nuovi sentieri ciclo-escursionistici di Prigionette, l’implementazione delle

boe di ormeggio della AMP (progetto PAF e Progetto PNRR), l’impianto di fitodepurazione per il
miglioramento della qualità delle acque reflue depurate dal depuratore di Santa Maria la Palma
prima della immissione nella laguna del Calich, la pista ciclabile di collegamento della via XXIV
Maggio con il Viale Burruni.

Supporto attività produttive
Importanti anche le iniziative riguardanti il Marchio del Parco e la Filiera cerealicola. Intorno al
tema della produzione di cibo di qualità il Parco sta dimostrando che potrebbero essere conseguiti
importanti e numerosi obiettivi di sviluppo locale che interesserebbero a pieno titolo la
pianificazione ed il progetto di riorganizzazione complessiva del territorio della città di Alghero
imperniato su un moderno distretto rurale che dovrà puntare con decisione anche ad una rapida
transizione energetica imperniata su una ampia diffusione nel territorio di CER (comunità
energetiche rinnovabili).
In questa direzione va sottolineato che già da tempo il Direttivo ha dato mandato alla direzione per
la costituzione della prima CER del Parco di Porto Conte.
Strettamente legata alla CER è il progetto produzione di energia dal mare. E in questo contesto va
richiamata la collaborazione con la Autorità portuale della Sardegna per una prima applicazione,
possibile grazie alle sperimentazioni promosse dal Parco, di un impianto di produzione di energia
che sfrutterà le onde che frangono su una parete verticale (la diga di Porto Torres); progetto
finanziato dal PNRR.

Conclusioni
Ancora molte sarebbero le iniziative meritevoli di essere ricordate, ma le esigenze di sintesi non lo
consentono.
In conclusione va sottolineato come i 5 anni trascorsi hanno dimostrato come il Parco e l’AMP non
solo hanno dimostrato piena capacità di azione sui temi prioritari della tutela e della salvaguardia
ambientale, ma si siano anche ritagliate un ruolo di rilievo nei processi di promozione e di supporto
dello sviluppo del territorio algherese.

Questo ruolo comincia a consolidarsi e a produrre importanti impatti positivi continui e duraturi in
termini di creazione di ricchezza e opportunità occupazionali.
Entro questo nuovo quadro di prospettive a vantaggio di tutto il territorio, molte ulteriori iniziative
sono state programmate e già avviate e, nei prossimi anni, potranno essere sviluppate ed
implementate speriamo al riparo della contrapposizione politica ed ideologica e dalle polemiche
sterili ed inconcludenti.
Serve una più forte condivisione di intenti ed una interazione operativa più assidua con
l’Amministrazione comunale. Un ruolo decisivo che tocca tutta la classe dirigente della città per
portare ad una più ampia consapevolezza tutta la comunità algherese sull’importanza dell’agire
collettivo per lo sviluppo locale e per salvaguardare il territorio, la sua storia e le sue vocazioni
produttive in un’ottica locale di elevata sostenibilità.
Serve una più generale convergenza tra le istituzioni, le componenti socio-economiche, le forze
produttive e sociali per diventare, tutti insieme, il punto di rifermento centrale delle nuove politiche
di sviluppo locale.
Questo non significa però rinunciare ad assumersi le responsabilità che si deve assumere chi è
chiamato a governare e ad amministrare la città. Non significa neanche rinunciare ad agire nel
rispetto delle regole solo perché qualcuno urla contro la luna. Bisogna sapersi assumere le proprie
responsabilità ed è proprio questo che ha caratterizzato l’attività del Consiglio Direttivo che ha
guidato il Parco negli ultimi 5 anni.