ALGHERO – Il Presidente Raimondo Tilloca ed i Consiglieri del direttivo del Parco, Lina Bardino e Adriano Grossi, prendono posizione e replicano alle recenti notizie di stampa sul Personale del Parco. “Destano stupore e sconcerto alcune gravi e infondate affermazioni di alcuni esponenti della politica locale che, forse alla ricerca, ad ogni costo, di occasioni di visibilità in campagna elettorale, fanno a gara a “chi la spara più grossa”. Peraltro si tratta di chi ricopre ancora oggi e di chi ha ricoperto in passato ruoli di indirizzo e controllo sull’operato del Parco, in qualità di componente dell’Assemblea, e quindi di chi dovrebbe conoscere in modo puntuale ciò di cui parla, non fosse altro per le centinaia di accessi agli atti di cui è protagonista. Si preferisce invece gridare allo scandalo e fare finta di aver scoperto oggi, come se fosse uno scoop giornalistico delle ultime ore, ciò che invece è noto fin dal 2016, anno in cui l’Azienda speciale, “governata” allora anche dalle forze politiche che oggi contestano (siamo, quindi, al paradosso perché di fatto contestano se stesse), ha avviato meritoriamente un percorso tecnico-giuridico per stabilizzare il proprio Personale, fino ad allora colpevolmente lasciato da molti anni in una situazione di precariato, e per ridefinire la propria pianta organica. Giusto per ricordare, fu l’Assemblea del Parco del 29.12.2016 ad approvare il programma triennale 2017-2019 del Personale del Parco.
La delibera approvava un piano occupazionale pari 20 unità. Nei successivi Piani triennali di fabbisogno di Personale 2018-2020/2019-2021/2020-2022/2021-2023/2022-2024 e successivamente con l’adozione del PIAO 2023-2025 e 2024-2026 è stata sempre confermata la dotazione organica di Personale a 20 unità e riprogrammate, negli anni, le restanti assunzioni ed i profili professionali da assumere mediante concorsi pubblici. Apostrofare oggi questo percorso, ben chiaro, conosciuto e rappresentato in tutti i principali documenti programmatici dell’Azienda Speciale, fin dal 2016, come “una vergogna di fine mandato”, solo perché il Comune di Alghero, in ragione del ruolo di “controllo analogo” che svolge per legge, ha adottato una delibera dovuta (peraltro con ritardo rispetto alla formulazione della richiesta del Parco avvenuta più di un anno fa), è quanto meno un’affermazione destituita di ogni fondamento, fuorviante e demagogica. Aggiungere poi che il Parco sta diventando uno stipendificio (affermazione grave ed irrispettosa nei confronti dei lavoratori del Parco) e che sarà compito della prossima amministrazione correggere (e in tempi rapidi) le mille anomalie del Parco, rende gli aspiranti consiglieri comunali grotteschi e ridicoli, criticando questi se stessi, per come hanno operato in passato e, soprattutto, criticando questi l’Ente Parco che, tra mille difficoltà, soprattutto economiche, ha avuto il merito di mantenere gli impegni assunti “da loro” fin dal 2016, creando le condizioni, perché lo stesso Parco, le cui competenze sono cresciute in modo rilevante (dalla gestione della AMP, fino alla competenza in materia di VINCA) possa, nel prossimo triennio 2024-2026, con regolari concorsi pubblici, portare la propria pianta organica da 10 (di cui 4 part-time) a 20 unità (di cui 14 part-time). Questo sarà possibile, come verificato dagli organi di vigilanza e controllo (Assemblea, Revisori dei conti, Comune di Alghero), grazie alla capacità del Parco (il cui direttivo non percepisce alcun emolumento) di andare oltre il solo finanziamento pubblico con la sola propria capacità di accedere a finanziamenti su progetti europei e nazionali (circa 2,5 milioni annui) e di poter contare su una stabile capacità di auto-finanziamento derivante dalla fruizione che genera attualmente circa 300 mila euro/annui.