Pd-Bruno: barzelletta. Stop giochi

ALGHERO – “A seguito degli esiti derivanti dal tanto atteso congresso del partito democratico pare esser caduto il silenzio sulla, di norma effervescente e chiacchierata attività politica algherese. Nessuno commenta, nessuno scrive, nessuno critica, nessuno si complimenta, per ora”. E’ Andrea Montis, dirigente locale dei Riformatori Sardi, tramite commento sui social, a rompere gli indugi e a palesare quelli che sono gli sviluppi della politica locale. Il documento a sintesi del congresso del Partito Democratico, per bocca del segretario riconfermato Salis, lo ha scritto a chiare lettere: il Pd lavora per la ricostruzione del centrosinistra. Trattino o meno, poco cambia. A questo punto è facile comprendere che, almeno adesso e in prima battuta, difficile o meglio impossibile riproporre nuovi esperimenti. Del resto quanto avvenuto nell’attuale consigliatura ha decretato la fine di alleanza diverse e allargate. Anche se è palese che il fallimento di Bruno e più è correlabile alla incapacità degli attori singoli ad affrontare e risolvere i problemi che alle le sigle e partiti di riferimento. Del resto sono le persone che fanno la politica cosi come la storia, anche quella piccola, cittadina, comunque importante.

Però, visti anche gli accadimenti regionali e nazionali, è chiaro che pure a livello locale si andrà verso coalizione “storiche”: centrodestra e centrosinistra. Sempre, salvo sorprese. Ed è proprio Montis, basandosi anche su quanto avvenuto in questo weekend, che commenta in maniera amara, “negli ultimi anni le sorti di Alghero sono state dettate unicamente da meri interessi personali, di pochi individui, tesi al solo raggiungimento del ruolo ambito o alla conservazione dello stesso quale trampolino di lancio per l’ambizione successiva, in prima persona singolare”. Frasi lapidarie e poi ancora. “Al fine di risolvere diatribe interne al P.D.( con influenze esterne in nome di un centro sinistra e di un Pd riunificato) , è stato utilizzato, quale sede di dibattito, il piu’ importante dei luoghi del governo cittadino: l’aula consiliare dove si sarebbe dovuto discutere esclusivamente di Alghero e dei suoi problemi! Chiunque abbia assistito alla seduta del consiglio comunale dell’ 11 settembre credo che, come me, abbia vissuto un forte imbarazzo nel vedere mortificati sia i ruoli che la sede istituzionale trasformata in una sede di partito, in un palco di teatro con tanto di “ gobbi” tra il pubblico”.

Accade anche che ciò che a chiunque, capace di intendere e di volere, è apparso come uno squallido tentativo di “scalata” ad un partito venga successivamente fatta passare quale grande momento d’unione “La fase di tesseramento svolta in vista del congresso, ha registrato una volontà di superamento delle divisioni su richiamate e si pone come presupposto per il rafforzamento del Pd”. E ancora il rappresentante dei Riformatori Sardi. “Da precisare che finito il congresso si dovrà aprire la fase del “ percorso programmatico” vale a dire, per quel che si comprende, che ancora non esiste una convergenza di vedute sulle politiche da attuare utili per la città di Alghero, e ancora, “c’è da chiedersi, dunque, sulla base di quale principio nasca la “riunione” delle diverse anime se non esclusivamente , come purtroppo sfacciatamente scritto nella nota del P.D., dalla “necessita di ricostruire un quadro organico di centro sinistra”.

Per chiudere. “Tutto comprensibile, legittimo ma comunque lontano anni luce rispetto ai veri problemi della città. Insomma come definita da un caro amico,più esperto di me: una tregua armata; Io da inesperto, se non ci fosse di che disperarsi, avrei detto una barzelletta”, chiude laconicamente Andrea Montis che, col suo intervento, volente o nolente, apre la strada a quella che sarà la ricomposizione delle alleanze “classiche” che andranno a sfidarsi alle prossime elezioni amministrative. Per, quasi tutti, a maggio prossimo.

Nella foto i rappresentanti dei Riformatori Sardi Marinaro, Montis e Spirito

S.I.