Pd faro bruniano. Alghero al palo

ALGHERO – Nessuno, fino poco tempo fa, avrebbe mai scommesso un euro che Alghero, ex-terza città della Sardegna, oramai quinta, sarebbe finita nel calderone dei congressi del Partito Democratico e in generale dentro le diatribe e “guerre” della sinistra regionale. Primo piano sui media oramai obbligatoriamente dedicato alla vicende dei dem e di quest’area politica. In particolare, come noto, dei rapporti tra Bruno (e i suoi sostenitori) e il Pd con sede in via Mazzini facente capo a Daga, Salis, Peis e Cardi. Tutto è nato con le elezioni del 2014, o forse anche prima, fatto sta che la scelta di candidarsi contro il Pd ha fatto scattare il provvedimento di allontanamento dal partito di coloro che si erano candidati contro.

A prescindere dai regolamenti, una presa di posizione severa, ma giusta. In questi tre anni e mezza, oramai è evidente, i bruniani hanno cercato in ogni modo di rientrare nel Pd. Ogni scelta, decisione e mossa di questo periodo amministrativo è stata indirizzata in tale senso. Il faro, dunque, non è stata Alghero e le sue urgenze, ma il rientro nel Pd. Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nessuna delle grandi progettualità attese è stata portata compimento, a partire dallo sbandierato (in campagna elettorale) Puc che doveva essere fatto e approvato entro 100 giorni.

Lo stesso vale per altri importanti azioni indirizzate per esempio a sbloccare la riqualificazione del porto, piano della bonifica e rinascita nell’agro, circonvallazione, hotel e servizi a Maria Pia, campi da golf e strutture ricettive a Porto Conte, il Pul, ma anche nuove case popolari, spazi per la cultura e spettacoli, il restilyng del colle del Balguer, la concessione del Caval Marì e tanto altro. Potremmo continuare all’infinito. Una città ferma, inchiodata che ha perso questi anni, troppi, in nome delle diatribe del centrosinistra e in particolare dei bruniani espulsi dal Pd. Alghero non meritava tutto questo eppure gli è, malauguratamente toccato.

Adesso, come detto, tutti occhi sono puntati verso il rinnovo delle tessere del Pd. E da alcuni nomi della richieste di iscrizioni, per provare a fare la “scalata” dei bruniani-soriani, è ancora più chiaro il quadro appena descritto di un’amministrazione dedicata quasi esclusivamente a raggiungere questo obiettivo e che, salvo sorprese, non riuscirà ad ottenere. Perlomeno Bruno, però, potrà dire ai suoi (soprattutto i junior che stanno apprezzando il potere), di averci provato. Qualcuno sarà (rim)piazzato e magari riuscirà nell’agognato intento, mentre per lui, se arriverà fino a febbraio ancora con la fascia tricolore, è probabile arrivi un “premio” con una candidatura sicura per Roma o Cagliari.

Nella foto i consiglieri che sostengono Bruno

S.I.