ALGHERO – Il grido di aiuto lanciato nei giorni scorsi dal comparto della pesca artigianale algherese non nasce certamente in questi giorni, ma si è acuito ancor di più per via delle annose e note criticità che in passato non sono state affrontate adeguatamente, sia per quelle che si sono aggiunte in conseguenza della pandemia che non ha risparmiato nessun settore produttivo. Nelle attività produttive legate allo sfruttamento delle risorse marine, la pesca e in particolare modo quella costiera professionale, rappresenta una delle attività economiche di maggiore rilevanza per la comunità. Ad Alghero il 90% delle barche da pesca è impiegato nella cosiddetta “pesca artigianale’. Per questa ragione è necessario avere un attenzione sempre più in linea con quelle di indirizzo indicate negli obiettivi Europei, che sono orientate verso una nuova stagione sulla strategie marina che si fondano su alcuni elementi chiave, in particolare, sull’orientamento, l’innovazione e sperimentazione; ma anche il sostegno alla competitività delle imprese; limitazione dell’impatto sull’ecosistema e la biodiversità; e particolare rilevanza è data alla dimensione sociale. È giunto il momento di proporre soluzioni che vadano nella direzione di sostegno e goovernance: incontro alle donne e agli uomini che lavorano in questo settore cosi importante per la nostra città, per motivi economici, sociali e culturali. Nel bilancio UE 2021-27 e sul Recovery Fund sono stati assegnati 6,1 miliardi al Fondo europeo per gli affari marittimi la pesca e l’acquacoltura (FEAMP), nell’ambito del programma UE 2021- 2027.Il FEAMP rappresenta, lo strumento finanziario per i settori della pesca e affari Marittimi nell’Unione Europea e si inquadra nella più ampia visione della Strategia Europa 2021/2027 per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, nel nuovo assetto stabilito dalla riforma della Politica Comune della Pesca (PCP).Questa grande occasione di poter utilizzare la massa di denari che la Regione metterà nei bandi per circa 50 milioni di euro per tutta la Sardegna, non potrà, e non dovrà essere trascurata, e questo andrà fatto solo seguendo i tavoli tecnici e portando le istanze dei pescatori per meglio indirizzare i bandi che potranno soddisfare le loro esigenze. Inoltre è necessario creare un presidio in città al servizio degli operatori del settore che registrano grosse difficoltà a causa dell’aumentata complessità e interazione dei diversi aspetti, da quelli economici a quelli normativi e amministrativi, fino a quelli ambientali ed ecologici. La necessità di adeguarsi ad un mercato sempre più difficile per le aggressive politiche commerciali delle altre marinerie delle altre regioni italiane e di altri Paesi europei, sono solo alcune delle tematiche che obbligano le imprese a rapidi cambiamenti nelle strategie produttive, commerciali e organizzative. I tempi per la partecipazione attiva delle comunità locali in ogni fase di elaborazione e attuazione delle strategie di sviluppo territoriale è determinante per arrivare ad obiettivi strategici comuni, in grado di dare efficaci risposte al comparto della pesca.
Alberto Bamonti