ALGHERO – Oramai ci siamo. Il travagliato “Piano della Valorizzazione della Bonifica” sta per arrivare in Consiglio Comunale. A dicembre, durante un incontro domenicale nel salone di Guardia Grande, venne annunciato che sarebbe giunto entro metà gennaio [Leggi]. Un mese è già trascorso, ma vista l’attesa pluriennale di risposte da parte dell’agro algherese un mese in più in meno non cambia. Questo non se non ci fossero delle scadenze legate ai fondi del Psr. Ma, anche in questo caso, basterebbe recuperare qualche euro per rendere meno difficile la vita e impresa in questa parte della Sardegna. Insomma una adagio molto diffuso oggi nelle politiche dei vari governanti: ridurre alla fame, per poi fare accontentare la gente anche delle briciole.
Comunque, vista la generale situazione è già qualcosa poter ampliare, seppure di poco, le proprie residenze agricole e magari così implementare le proprie produzioni. Piccoli passi in avanti atti a superare quella che è la madre di tutti i recenti problemi della Sardegna: il Ppr di Soru. Un atto che ha ingessato tutte legate all’uso della terra lasciando la Sardegna ancorata al passato e in particolare condannando Alghero ha un impossibilità di creare nuovi grossi investimenti. Ma, come detto, il Piano dell Bonifica, che come confermato dai tenici estensori e nello specifico l’architetto Peghin, “è una variante urbanistica”. Tale passaggio è stato ribadito in commissione ad una precisa domanda delle opposizioni. Una domanda non casuale, del resto la sinistra algherese ha avversato in ogni modo, con anche manifestazioni sopra le righe, qualsiasi tipo di mutamento al Prg. Ma, come nulla fosse, alcuni oggi paiono dimenticare anche quanto avversato ieri. Questa, purtroppo, è anche la “pseudo-politica”.
Per ritornare al tema principale, il documento è stato presentato e votato già in commissione. E’, come detto, un Piano al ribasso ma allo stesso indispensabile che venga approvato al fine di poter superare, anche se di poco, il famigerato atto voluto dall’allora maggioranza del centrosinistra regionale con a capo l’ex-patron di Ticali. Per raggiungere l’obbiettivo, però, l’amministrazione Bruno ha necessità di aver i numeri in consiglio. Siccome questo è il solito problema dell’attuale maggioranza legata al famoso e risicatissimo numero 13, è sarebbe necessario che anche le opposizioni, o parte di esse, convergano sul voto favorevole. Ciò visti anche i legami di parentela tra alcuni consiglieri (in totale sembra 6 o 7) e i proprietari di terreni in bonifica che impedirebbero la partecipazione al voto e impedendo a Bruno di avere la soglia minima di maggioranza. Per questo diventano indispensabili i voti, almeno di una parte, delle opposizioni. Ma, per raggiungere questo obiettivo, i bruniani non possono non accettare le proposte, ovvero gli emendamenti, che giungono dalle minoranze.
La volontà di trovare un accordo per il bene dell’agro algherese pare esserci, d’altra parte bisogna ricordare in questo caso, cosi come in tutti gli atti che giungono in aula, che c’è qualcuno che ha vinto le elezioni (già da tre anni) e deve garantire numeri e risposte ai cittadini e chi invece è stato condannato dall’elettorato, almeno a questo giro, all’opposizione. Certamente, visto l’importante tema, bene avrebbero fatto gli attuali governanti a coinvolgere dal primo momento le opposizioni per fare un piano più condiviso possibile, farlo oggi potrebbe anche apparire come l’ennesima “stampella” ad una maggioranza che anche in questo caso si confermerebbe “liquida”. Pure questi sono gli effetti collaterali dell’attuale inedito, pare oramai al tramonto, momento politico.
Nella foto il Consiglio Comunale
S.I.