ALGHERO – Alcuni potrebbero cascarci, soprattutto chi non vive direttamente nei luoghi raccontati. Ma, fortunatamente, in certi casi, le notizie possono trovare immediato conforto della realtà. E questo è il caso del propagandato “pienone” di questa estate e in particolare del mese di settembre. Ciò al netto del fatto che Alghero anche nel recente passato ha registrato estati da vero sold-out, senza considera qualche lustro addietro. E, ovviamente, la speranza è che a breve ritorni ad essere uno dei luoghi più attrattivi del Mediterraneo. Ma per adesso, purtroppo, è evidente che c’è stata una forte flessione. Sono le stesse parole di qualche imprenditore, in particolare del settore dei balneari, a confermare che invece c’è stato un crollo vertiginoso.
“Questa settimana la diminuzione di gente è stata notevole ed evidente – afferma il titolare di uno stabilimento – oramai la gente la vedremo, se il tempo regge, solo nel fine settimana, ma parlare di pienone ci fa alquanto ridere ovviamente in maniera amara”. E sull’andamento della stagione? “Agosto ha retto bene, come del resto accade sempre, mentre nei mesi spalla c’è stato un disastro, la stagione vera è ritornata ad essere più o meno di 45 giorni e questo crea gravi problemi per i costi da affrontare e soprattutto per il personale che dobbiamo purtroppo tagliare”.
Ma non solo le spiagge, sono vuote, il calo generale è stato registrato anche da altre attività. “I primi di agosto, quest’anno, abbiamo fatto gli stessi scontrini che facevamo un paio di anni fa a giugno”, cosi il titolare di un bar ristorante nella zona del Lido. E poi anche negozi di abbigliamento che, salvo sporadici casi, registrano un calo del 30%, cifra simile per i locali che aprono anche la notte ed esercizi di vario genere. I risultati sono già evidente con le prime liquidazioni totali e la vendita di attività. Reggono i ristoranti, non tutti ovviamente, “ma abbiamo perso almeno un turno di lavoro, se non in certi casi anche due ovvero prima, ogni sera, cambiavamo tre volte i tavoli, adesso se arriviamo a due è tanto”. E anche questo significa perdita di soldi, economie e dunque posti di lavoro. In questo settore ha inciso in maniera devastante anche la diminuzione dei suoli pubblici a disposizione dei bar e ristoranti.
Ovviamente sullo scenario generale ha inciso la diminuzione dei voli Ryanair compensata in parte dagli arrivi in nave e dai collegamenti esistenti. Ma questo, è oggettivo, non è bastato per salvare la stagione e sicuramente non si può parlare di “pienone”. Quello che manca, di cui in pochi parlano, è anche il turismo interno che, però come quello esterno, si muove in base all’offerta del territorio. E se, ad esempio, a Platamona si inizia a fare intrattenimento è evidente che si perde anche la fascia del “sassarese” dopo aver già perso il “cagliaritano”. La speranza è che adesso il tempo tenga, anche se per l’agricoltura ci sono già grossi problemi per l’assenza da mesi delle piogge, e che ci sia qualche spiraglio per fare in modo che settembre non sia già un mese morto.
Nella foto il lido zona San Giovanni ieri mattina alle 11.20
S.I.