CAGLIARI – Le indiscrezioni sulla risoluzione proposta dalla Quinta Commissione del Consiglio regionale sulla crisi del settore lattiero caseario fanno emergere posizioni lontanissime da quanto proposto da Coldiretti Sardegna. “In un momento drammatico per i pastori, con il latte pagato a meno di 60 centesimi, la Commissione delegata dal Consiglio regionale per elaborare un documento che affronti la crisi, pare stia partorendo una risoluzione dove il problema reale del calo del reddito dei pastori non è assolutamente affrontato”. E’ il giudizio di Coldiretti Sardegna sui lavori che si stanno svolgendo nella Commissione regionale Attività produttive.
“Non si intravede alcuna risposta immediata al grido di dolore delle 12 mila aziende sarde – tuona il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Prendiamo atto che l’attenzione alla trasformazione ed al prodotto è assolutamente superiore a quella riservata ai pastori che sono i veri danneggiati da questo sistema. Durante l’audizione in Commissione abbiamo evidenziato il problema e suggerito le soluzioni: in questo momento non c’è alternativa all’intervento diretto che compensi il reddito dei pastori”.
“Abbiamo indicato lo strumento nell’articolo 1 della legge Regionale 15 del 2010 – spiega il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Inoltre, abbiamo anche detto e ripetuto che qualsiasi intervento pubblico deve avere delle ricadute su tutta la filiera ed in particolare sui pastori che sono stati costretti ad accollarsi tutto il peso della crisi. Sono loro con il latte a meno di 60 centesimi che stanno pagando i 150milioni persi dal crollo del prezzo del Pecorino romano”. “La crisi non è dovuta ai pastori, che non hanno munto un litro di latte in più rispetto all’annata precedente – precisa Battista Cualbu -, ma all’incapacità e disorganizzazione dei trasformatori che hanno allarmato il mercato con la bufala delle sovrapproduzioni di latte (inducendo i grandi compratori americani di Pecorino ad abbassare il prezzo) ed hanno prodotto più Pecorino romano”.
“Finora non abbiamo visto nessun intervento contro la speculazione avvenuta e contro la disorganizzazione nella programmazione produttiva – evidenzia Coldiretti Sardegna -. Si scaricano tutte le colpe al mercato americano senza tenere conto che sono stati prodotti 356 mila quintali di Pecorino romano quando la domanda conosciuta era di 240 mila quintali. Ancora oggi dopo avere svelato il bluff della sovrapproduzione di latte la Commissione da indicazione di una produzione di latte di 350 mila tonnellate, dato assolutamente sovrastimato”.
Nella foto una protesta della Coldiretti
S.I.