PORTO TORRES – “Sono trascorsi ormai 3 anni dall’inizio del mandato, e mancano meno di due anni al rinnovo del Consiglio comunale e osservando le condizioni in cui versa la nostra città, la considerazione più generosa che si possa rivolgere a questa amministrazione è che è stata finora l’amministrazione più ordinaria di sempre.
Per il Partito Sardo d’Azione sono stati 3 anni di lavoro trascorsi in minoranza, facendo opposizione dai banchi del Consiglio comunale e per la città da protagonista, comportandosi da opposizione; lo ha fatto con tenacia, tante le denunce, le mozioni e le interpellanze, pochissime le risposte vere, esaurienti, credibili, indice del grave imbarazzo che il sindaco prova quando deve ad ogni costo difendere l’indifendibile.
In questi tre anni il Psd’Az è stato la cinghia di trasmissione tra il consiglio comunale e la giunta regionale. La maggior parte dei fondi regionali arrivati in città sono arrivati grazie al lavoro portato avanti dal gruppo consiliare sardista: 2,5 milioni per la ristrutturazione della Basilica di San Gavino e le due chiesette di Balai vicino e Balai lontano, circa un milione di euro per l’incendio Inversol, i fondi per l’amianto e non solo.
Non lo consideriamo un privilegio l’aver potuto contrastare una Giunta ed una maggioranza dove il 90% dei consiglieri non ha mai proferito parola, una Amministrazione che ha fallito sugli obbiettivi più importanti per il nostro territorio: bonifiche, portualità, Puc, Pul, centro storico e decoro urbano (il cavallo di battaglia che ha permesso l’accordo in campagna elettorale tra Mulas e Satta). Una amministrazione che assiste impotente alla desertificazione commerciale in atto, anzi, adottando atti amministrativi (quali la chiusura di via Bassu e l’incapacità di risolvere il problema di via ponte romano) in aperto contrasto con le urla di dolore delle aziende turritane. Una amministrazione che sembra “subire” le trasformazioni in atto, quali i progetti riguardanti il fotovoltaico offshore o la nave rigassificatrice al porto industriale, come se calassero dall’alto sulle teste dei cittadini turritani in maniera immanente.
In altre realtà della penisola questo non avviene.
Una amministrazione che annega nel piccolo cabotaggio, con un Sindaco in eterna sudditanza verso chi conta davvero e tiene in mano il territorio: Sua Maestà Eni.
E’ l’amministrazione degli slogan, delle targhe, del taglio dei nastri e dei comunicati stampa. E’ l’amministrazione dagli evidenti limiti dei suoi assessori, ormai riscontrabili, nonostante i goffi tentativi del sindaco di nasconderli. Spazzare le vie cittadine, pulire i tombini, occuparsi delle buche
stradali, della sicurezza sociale e sanitaria, sono tutti compiti ordinari che ogni Comune, grazie agli uffici preposti, potrebbe tranquillamente svolgere anche senza l’assessore di competenza. E quando gli uffici comunali riescono a programmare e realizzare uno solo di questi interventi ordinari, gli assessori ne fanno un vanto, come se fossero opere strategiche in grado di cambiare la città.
Ma Porto Torres ha bisogno di ben altro.
Occorreva osare e non si è osato.
Occorreva avere visione per immaginare una città diversa e si è preferito indossare i paraocchi per correre senza una meta.
Occorreva riprogettare gli spazi urbani per restituire ai quartieri decoro e dignità, ma si è preferito ragionare ottusamente su un’ipotesi scellerata di ZTL.
In ambito PNRR poi, occorreva coinvolgere parti sociali e portatori di interesse per la predisposizione di progetti che rispondessero alle esigenze reali del territorio e si è invece preferito demandare l’onere esclusivamente alla struttura tecnica, tenendo all’oscuro delle decisioni la stessa maggioranza di governo.
Occorreva intervenire con urgenza sulla pianta organica, dando stabilità agli impiegati all’ufficio tecnico ma continua il triste balletto degli interinali che arrivano, si formano e cessano il loro incarico dopo qualche mese dall’assunzione.
Occorreva lavorare, portando avanti azioni virtuose e politiche in grado di attivare dinamiche per l’occupazione, per infondere ottimismo ad una popolazione che, ormai inerme, assiste sfiduciata ad un mal governo, e lo fa col capo chino, rassegnata e senza futuro.
Occorreva ieri. Oggi è già tardi!”
Partito Sardo d’Azione
Il Direttivo della Sezione Antonio Simon Mossa