PORTO TORRES – “La decisione di posizionare un rigassificatore nel porto industriale di Porto Torres, confermata pochi giorni fa dal ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin, è stata presa senza alcuna consultazione e condivisione pubblica con il consiglio comunale e i cittadini. C’era tempo fino al 19 gennaio 2023 per presentare osservazioni al progetto di Snam relativo alla realizzazione di un Fsru a Porto Torres, depositato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per l’ottenimento del parere di Valutazione di impatto ambientale: a tutt’oggi cittadini e consiglio comunale sono all’oscuro di tutto. Inoltreremo immediatamente la richiesta ai presidenti delle Commissioni Ambiente e Attività produttive di convocare una seduta congiunta per audire i referenti di SNAM, dell’Autorità Portuale e del Consorzio Industriale, in modo che venga illustrato il progetto della nave rigassificatrice che si prevede di posizionare al porto industriale di Porto Torres. Sarà il primo passo per attivare un percorso di condivisione con il nostro territorio che i cittadini hanno il diritto di pretendere e di avere. Come già ribadito nell’ interpellanza discussa nell’aprile scorso vogliamo sapere, da parte di SNAM, al di là delle ricadute economiche/occupazionali, i rischi per la sicurezza e per la salute della popolazione, visto che si tratta di un impianto a rischio rilevante ( Seveso III) : un Terminale di rigassificazione su un mezzo navale permanentemente ormeggiato a lungo termine (25 anni), al fine di consentire lo stoccaggio e la vaporizzazione di Gas Naturale Liquefatto (GNL) per il suo trasferimento nella rete di trasporto di gas naturale a terra (tecnologia di vaporizzazione Intermediate Fluid Vaporizer – Acqua Glicole). In particolare il Terminale sarà presumibilmente costituito da una unità navale e rigassificazione flottante (Floating Storage Regasification Unit “FSRU”) di tipo chiatta (dim. 120 m x 33 m) con una capacità di stoccaggio di circa 25.000 metri cubi di GNL e una capacità di rigassificazione nominale di 3 circa 170.000 Sm3/h. Un aspetto del processo industriale, in particolare, riguarderà l’impatto sulle acque marine: parrebbe che il rigassificatore opererà a “ciclo aperto”, cioè avrà bisogno di prelevare acqua dal mare e successivamente scaricarla. Si presume il prelievo di migliaia di metri cubi all’ora di acqua di mare che dovrà essere sterilizzata con pura candeggina (ipoclorito di sodio) e scaricata fredda insieme a una concentrazione residua di candeggina. Si riuscirà a diluirla talmente tanto da renderla innocua? Quali sono le concentrazioni residue nelle acque di scarico che vengono dichiarate?
Considerando che tra il porto industriale e le spiagge cittadine c’è qualche miglio marino, e qualche miglio più a nord dal Porto industriale si trova l’Area Marina Protetta della Parco Nazionale dell’ Asinara, ci chiediamo se è plausibile che possano crearsi situazioni nelle quali questi sversamenti provochino schiume e quindi il cumulo di inquinamento? Può essere veramente cosi inquinante come alcuni operatori della piccola pesca temono? Quale sarà l’impatto sull’industria turistica legata al Parco Nazionale dell’Asinara? Sono stati eseguiti degli studi comparativi che valutino l’impatto con l’inquinamento marino già esistente nello specchio acqueo portuale e nell’area limitrofa? Ricordiamo che è in procedura autorizzativa, proponente EP Produzione, anche un annunciato impianto fotovoltaico flottante offshore da 40 MW nelle acque prospicenti il porto industriale. Quali sono gli studi e le simulazioni sulla coesistenza dei due impianti industriali, e quale l’impatto combinato che avranno sull’ambiente e sulle attività produttive e turistiche del nostro territorio?
Anche in questo caso passano i mesi. Ma la città ed i suoi cittadini rimangono all’oscuro di tutto. Vorremmo inoltre conoscere l’analisi sanitaria dell’impatto che il Terminale metanifero avrà in fase di esercizio dell’impianto e se tale analisi prendano in considerazione la contemporaneità delle emissioni legate alla fase di esercizio del rigassificatore con le emissioni in essere presenti nel territorio (impianto gomme Versalis, impianti chimica verde, Butan Gas centrale a carbone di fiume santo e traffico in Area portuale); questo in modo che la cittadinanza tutta abbia gli strumenti per capire quale sia la sommatoria degli effetti risultante dal combinato disposto dato “dall’attuale soglia di inquinamento marino/terrestre e dall’ulteriore effetto impattante del Terminale metanifero”. L’impianto infatti non andrà ad operare in un’area priva di altre sorgenti inquinanti e dunque deve essere preso in considerazione lo scenario peggiore di sovrapposizione degli effetti nelle condizioni ambientali più sfavorevoli. Non ultimo, ma non meno importante, tutt’altro, vorremmo capire le iniziative dell’amministrazione comunale in merito alle eventuali compensazioni ambientali che, come avvenuto recentemente in altre realtà cittadine della penisola, costituiscono un elemento imprescindibile per la progettazione e messa in esercizio di impianti industriali di tale importanza. Porto Torres e la sua comunità sono comparse e figuranti non protagonisti? Su questo importante progetto, ancora una volta calato dall’alto, non dobbiamo essere spettatori, ma attori principali. Porto Torres in 50 anni di politica industriale ha solo subìto. Prendiamoci cura di quel poco di territorio che ci è rimasto da governare e da consegnare
alle future generazioni”.
Il Gruppo Consiliare Psd’Az
La Segreteria cittadina