PORTO TORRES – Uno strumento che unisce culture e tradizioni dei popoli che gravitano intorno alla grande area del Mediterraneo e che si incontrano, fanno rete e costruiscono un percorso condiviso di sviluppo culturale, economico e sociale. È la Rotta dei Fenici uno dei quarantasette itinerari culturali internazionali riconosciuti dal Programma del Consiglio d’Europa che quest’anno ha scelto la Sardegna per celebrare i 20 anni di attività. Le visite guidate di venerdì 20 e sabato 21 ottobre nell’area archeologica dell’antica Turris Libisonis e nel centro storico cittadino, da parte di una delegazione tecnica della Rete, hanno rappresentato la tappa conclusiva dell’incontro internazionale ospitato dal 18 al 20 ottobre nel Museo Civico Giovanni Marongiu di Cabras. Una tre giorni di conferenze, mostre, incontri e tavole tematiche chiusa con l’Assemblea generale e il XVI Dialogo Euro-mediterraneo sulla Rotta dei Fenici a cui hanno preso parte le delegazioni internazionali e i rappresentanti dei 15 Paesi coinvolti nel network e di altri Itinerari Culturali Euro-Mediterranei. Nel comune turritano sono giunti i delegati di 6 Paesi – Libano, Cipro, Malta, Croazia, Spagna Italia e Grecia- insieme a Maria Giusi Luprano, Rachid Chamoun e Tatjana Horvatic’, rappresentanti dei Ministeri dei Beni Culturali di Italia, Libano e Croazia che hanno potuto apprezzare la storia, i colori, i suoni e le tradizioni locali anche grazie alle esibizioni del coro I Cantori della Resurrezione, diretto da Fabio Fresi e del gruppo folk Intragnas.
“Per il Comune di Porto Torres – ha detto l’assessora comunale alla cultura Maria Bastiana Cocco – l’ingresso nel circuito della Rotta dei Fenici rappresenta un’occasione unica per fare rete, non soltanto con enti e comuni del nostro territorio ma anche realtà di rilievo internazionale in modo da promuovere al meglio tutte le ricchezze del territorio, a partire dal nostro patrimonio storico e archeologico. La nutrita delegazione ospitata in questi giorni ne ha potuto gustare un assaggio e speriamo che l’incontro sia la prima occasione per mettere le basi di progetti futuri finalizzati alla promozione territoriale in sintonia con le altre realtà che compongono la Rotta dei Fenici”
“Sono le comunità, ha aggiunto Antonio Barone, direttore della Rotta dei Fenici – che decidono la progettazione strategica del proprio territorio. Porto Torres ha aderito alla rete allo scopo di usufruire del network internazionale, attivo da 20 anni, e della sua specifica strategia di sviluppo di nuovi modelli di turismo culturale e rigenerativo. La Rotta dei Fenici contribuirà a promuovere e a dare visibilità a livello internazionale alle peculiarità e all’immenso patrimonio di Porto Torres. La delegazione di esperti ha contribuito a dare suggerimenti e a proporre iniziative nell’ottica della presentazione di progetti internazionali in cui inserire le attività da realizzare a Porto Torres”.
Con il termine Rotta dei Fenici si intende la connessione delle grandi direttrici nautiche che dal XII secolo a.C. furono utilizzate dal popolo dei Fenici quali fondamentali vie di comunicazione commerciali e culturali nel Mediterraneo. Gli enti aderenti alla Rotta e le organizzazioni sostenitrici lavorano costantemente per valorizzare i propri territori attraverso il patrimonio culturale, materiale e immateriale ereditato dalle generazioni che si sono succedute in oltre 4000 anni di storia. Il sodalizio conta su 108 soci e aderenti (tra cui 18 università di 8 Paesi e 22 musei in 10 Paesi), 15 Paesi coinvolti (Italia, Malta, Francia, Spagna, Portogallo, Slovenia, Croazia, Albania, Grecia, Cipro, Belgio, Ucraina, Tunisia, Libano e Palestina).
Nel corso dell’appuntamento in Sardegna che ha ottenuto il patrocinio dei Ministeri Italiani della Cultura, del Turismo, degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, i delegati hanno rinnovato gli organi sociali e hanno approvato le linee di azione per il prossimo triennio.
“L’Itinerario dei Fenici – ha detto l’assessora regionale dell’Industria, Anita Pili nel corso dell’evento a Cabras – significa valorizzare la storia del nostro popolo in quanto civiltà del Mediterraneo. Attraverso la scoperta delle altre culture e lo scambio nascono interconnessioni e collaborazioni preziose per lo sviluppo di tutte le comunità”.