ALGHERO – Sono anni, anzi decenni, che si parla del “problema posidonia” ad Alghero. Una ricchezza non sfruttata che, troppo spesso, arriva ad essere, col passare del tempo, assimilabile ad un rifiuto. Il suo valore nel trattenere l’arenile è riconosciuto e indispensabile, ma in alcune zone, vista la sua reiterata e lunga permanenza, crea oggettivamente un impatto negativo nella fruizione delle spiagge e dunque inficia la promozione turistica, ma anche l’utilizzo da parte degli stessi indigeni.
Un tema oggetto, esattamente un anno fa, di un convegno organizzato dal Circolo Terrestri [Leggi]. In quell’occasione, con anche il sostegno di tesi sostenute da accademici, professionisti e imprenditori, si ripropose, tra i vari temi trattati, anche la possibilità di separare la la sabbia dalla posidonia riuscendo in questo modo ad ottenere un doppio vantaggio: arenile pulito e materiale concimante. L’amministrazione comunale, intervenuta tramite l’assessore Selva, annunciò di aver programmato degli interventi simili.
Nel frattempo che ad Alghero si intervenga, Olbia l’ha fatto. E’ di ieri la notizia, diffusa dal sindaco di Forza Italia, Settimo Nizzi, che “duemila metri cubi di sabbia restituiti a Marinella”, e ancora, “ecco l’incredibile risultato ottenuto con un intervento di risanamento della spiaggia che, visto il successo, ripeteremo negli altri arenili di Olbia”. Tutto questo si è ottenuto, spiega Nizzi, “grazie ad un sistema innovativo che permette di separare sabbia, rifiuti e posidonia, si ottiene un recupero dell’area balneare, pulizia e la riduzione degli accumuli di posidonia. Il tutto nel massimo rispetto dell’ecosistema. Una svolta per l’ambiente e per il turismo del nostro comune”. Spesso, anche in politica, si fa di tutta l’erba un fascio, ma gli esempi virtuosi ci sono e, almeno in questo caso, Nizzi e la sua amministrazione lo rappresentano appieno.
Nelle foto il sindaco Nizzi e l’intervento nella spiaggia di Marinella
S.I.