ALGHERO – Recuperare la posidonia si può. Da anni media e politica si occupano del tema. In particolare ad Alghero dove questo è oramai diventato un problema legato al decoro dei litorali e di conseguenza all’attrazione turistica del territorio. Gli albergatori hanno chiesto più volta alle amministrazioni di trovare della soluzioni che evitino lo stoccaggio in loco che crea degli evidenti disagi ai fruitori delle spiagge. Senza considerare che, ad esempio nel tratto di San Giovanni, qualora si agisse per ripulire l’area e dotarla di servizi, la Riviera del Corallo riavrebbe a disposizione una splendida spiaggia cittadina a pochi passi dal centro e a ridosso del porto.
Anche in questo caso la soluzione c’è. Ed è una cooperativa locale, denominata Acanthus [Leggi], che, grazie anche al supporto di Coldiretti, sta cercando di trovare i finanziamenti per realizzare un macchinario che può permettere, come da brevetto già registrato presso gli organismi del settore, di vagliare la posidonia, lasciare i granelli di sabbia sul posto, lavarla in vasche specifiche e poi riutilizzarla per l’agricoltura. Un processo virtuoso che avrebbe una molteplicità di ricadute positive sui vari comparti partendo da quello turistico fino a quello agricolo. La speranza, come spiegato anche da Lorena Bruscagin della cooperativa, è che vengano trovati al più presto dei fondi (e qui la Regione deve fare la sua parte) per realizzare la macchina e metterla a disposizione delle amministrazioni interessate. Questa per Alghero dovrebbe essere una priorità e non da adesso.
Nella foto Lorena Bruscagin della cooperativa Acantus