SASSARI – «Siete voi giovani studenti il filo di continuità con la grande opera svolta da Eugenio Maddalon nel corso della sua esistenza, un’esistenza spesa interamente al servizio del mondo delle campagne». Con queste parole, venerdì 1 giugno, all’istituto agrario Nicolò Pellegrini ha preso il via la cerimonia di assegnazione del Premio di studio intitolato a Eugenio Maddalon, grande protagonista del mondo dell’agricoltura sarda nel Novecento.
Questa seconda edizione è stata caratterizzata dall’alto numero di partecipanti, ben quarantatré, che coordinati dalle docenti Marialuisa Marongiu e Anna Maria Lamberti, hanno approfondito i temi significativi delle innovazioni tecnologiche, della qualità e della biodiversità, delle nuove responsabilità e speranze di un comparto che rappresenta sempre più un mestiere per i giovani che vogliano ritornare alla terra.
A dare il via all’incontro nei locali del “Museo delle macchine agricole” è stato il dirigente del Pellegrini, Paolo Acone, al quale hanno fatto seguito gli interventi del sindaco di Sassari, Nicola Sanna, del consigliere regionale Luigi Lotto (membro della commissione Agricoltura), dell’assessora all’Istruzione del Comune di Sassari, Alba Canu e del docente universitario di Estimo rurale, Francesco Nuvoli.
Nel corso dell’appuntamento è stata ricordata la figura dell’uomo, del sindacalista e del politico incarnata da Eugenio Maddalon, che più volte è stato definito come esempio di rettitudine e di rara onestà intellettuale, fedele ai valori di giustizia sociale e precursore di un’agricoltura di qualità, maestro e punto di riferimento per tante generazioni di agricoltori e anche per tanti giovani agronomi.
Significativa è stata la presenza della moglie di Maddalon, Paola, e della figlia Grazia, che ha invitato gli studenti a proseguire lungo il percorso tracciato, sottolineando la grande importanza della formazione per un’agricoltura che guarda al futuro. A ricevere il primo premio sono stati, ex aequo, Mauro Meloni con l’elaborato “Sogni dipinti a metà” e Giovanni Matteo Manchia con “Agricoltura di qualità”. I ragazzi, entrambi della VT, da un lato hanno esposto un progetto di ritorno alla terra, pur tra mille difficoltà; dall’altro hanno messo in luce le rilevanze della biodiversità e della sostenibilità.
Il secondo premio è andato, ex aequo, per lavori singoli o di gruppo, ad Andrea Chessa della VTB, a Luciana Biccheddu, Sara Maria Casu, Federica Puddu, Giovanni Galistu della III V, a Hernando Bussu, Francesco Capitta e Andrea Delogu della V TB, a Bardilio Duras della VTB, a Giovanni Antonio Monne della VTB, Enzo Mulas della VT, Andrea Simula e Nicholas Milia della VT, Andrea Mastinu e Antonio Casu della VT, Matteo Sini della VT e Marco Pulina della VTB.
A tutti i partecipanti è stato consegnato un attestato di merito, come riconoscimento dell’impegno profuso nel lavoro di ricerca. L’iniziativa, che mette in rilievo i progetti avviati nella storica “scuola agraria”, è fortemente voluta dalla famiglia Maddalon con l’intento di affidare alle giovani generazioni un messaggio di saperi e passione, per disegnare un’agricoltura moderna in grado di coniugare ricerca e tradizione, specialità ed eccellenza
Nella foto la premiazione
S.I.