ALGHERO – Il direttivo cittadino dell’Udc Alghero, preso atto del dibattito costruttivo apertosi in città in relazione alla ristrutturazione e rivalorizzazione del compendio di Punta Giglio, plaude all’interessamento del comitato spontaneo costituitosi a difesa di quella parte del territorio in argomento, «dal quale si evince la sensibilità di attenzione verso le bellezze naturalistiche storiche ed architettoniche del nostro territorio espresso ultimamente anche attraverso diversi comunicati a mezzo stampa. Si desidera, comunque, evidenziare che dalla lettura della documentazione resa pubblica giorni addietro dall’Ente Parco – sottolineano in una nota i dirigenti – si evince che la vicenda amministrativa, il cui percorso inizia nel luglio 2017, viene gestita dal Demanio dello Stato in quanto proprietario. Alla concretizzazione di quanto previsto dal bando, nel luglio 2017 veniva stipulata a Cagliari apposita convenzione tra l’Agenzia del Demanio – Direzione Regionale Sardegna e l’Amministrazione Comunale di Alghero. «Sarebbe stato ragionevole ed opportuno far osservazioni in merito alla tutela ambientale in quella fase. Siamo convinti che il bene demaniale sarebbe stato più utile se trasferito in capo al Parco per un miglior uso pubblico e per una visione naturalistica, storica e paesaggistica d’insieme con tutto il resto del territorio. Purtroppo tutto questo non è avvenuto sebbene richiesto, sin dal lontano 2008 dall’allora Presidente del Parco dottor Antonello Usai e la disponibilità dichiarata dall’allora sottosegretario Cossiga. Il continuo cambio delle amministrazioni locali, nazionali e del Parco, non ha consentito di realizzare l’obbiettivo che l’amministrazione del Parco si era proposta ma l’Udc ritiene ancora oggi che l’affidamento del compendio militare di Punta Giglio al Parco Regionale di Porto Conte sarebbe stata la soluzione migliore». L’Udc ritiene, infine, che il Consiglio di amministrazione del Parco, per quanto di sua competenza e tramite la propria direzione ha svolto appieno le sue funzioni di vigilanza e salvaguardia ambientale entrando nel merito del progetto, richiedendone una drastica rimodulazione con una forte attenzione all’ambiente derivante dall’eccessivo carico antropico previsto nel progetto iniziale presentato in conferenza dei servizi dalla cooperativa dove erano presenti anche i rappresentanti del Comune di Alghero, i rappresentanti della Soprintendenza Archeologica delle belle arti e paesaggio, l’ufficio di tutela del paesaggio regionale, il corpo forestale della Regione nonché i rappresentanti della cooperativa aggiudicataria del bando attivato dal Demanio dello Stato. Non si comprende perché oggi ci si scagli, spesso strumentalmente, solo contro il Parco che ha svolto diligentemente il suo compito, quando la proprietà del compendio ex militare è in capo al Demanio dello Stato che ha gestito in “senso privatistico” il proprio bene attivando apposita convenzione con l’amministrazione comunale allora in carica, e le autorizzazioni urbanistiche sono state rilasciate dal comune di Alghero sulla base della conferenza dei servizi ove erano presenti tutte le amministrazioni summenzionate. Ora a meno di estenuanti contenziosi amministrativi e richieste di rifusione di onerosi danni sia a livello amministrativo che contabile sembra del tutto improbabile se non impossibile ritornare indietro. Il Parco di Porto Conte come si può desumere è stato sempre presente: viene spontaneo chiedersi dove fossero gli altri che oggi protestano in maniera più o meno condivisibile o strumentale”.
Direttivo Udc Alghero