ALGHERO – Assemblea sulla sanità, in consiglio comunale, molto partecipata. A sentire stamattina gli operatori della sanità, giunti in tanti nella sala consigliare di via Columano, a partire dai medici, anche alcuni primari, siamo vicini al tracollo del comparto. “Il nostro è un grido di dolore”, ha detto Sebastiano Carboni, responsabile del reparto di Otorinolaringoiatria, in riferimento alle scelte della Regione. Un riordino che andrebbe a compromettere il servizio generale e soprattutto a tagliare molte specialità.
“Non capiamo dove sia la politica, quella politica che per anni ha sbandierato la sanità in ogni campagna elettorale, oggi, ci troviamo non con un nuovo ospedale, ma con la quasi certezza di vedere ridotto il presidio di Alghero ad un mero sito di periferia”, è stato detto dagli intervenuti. Giochino Greco, responsabile del centro trasfusionale, ha ricordato a tutti che “Alghero e il suo territorio fanno capo ad un’area vasta che arriva fino ad Ozieri comprendente circa 300mila poteziali pazienti, senza considerare la sola Alghero che in estate, come quella appena passata, conta 120, 130mila residenti”.
“Invece – ha tuonato Greco – vieniamo considerati alla stregua di una frazione di Sassari, senza ospedale, aeroporto e porto, saremmo equiparati a Li Punti”. Questa l’amara considerazione del medico. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Pietro Saba, in rappresentanza del primario di Urologia Angelo Tedde. Tutti gli operatori hanno ricordato che questa è “una battaglia politica”.
E proprio i rappresentanti dei più importanti partiti politici, a partire del segretario del Pd Mario Salis e dal consigliere regionale di Forza Italia Marco Tedde hanno ribadito la volontà di lottare in ogni sede affinchè non ci sia un passo indietro rispetto alla già precaria condizione attuale. Un’unità di intenti, dalle maggiori forze politiche locali con riferimenti a Cagliari e Roma, mai vista prima e che non potrà che fare del bene al territorio. “Quando c’è di mezzo la salute dei cittadini, cosi come il loro benessere presente e futuro, non ci possono essere steccati e bandiere, dobbiamo stare uniti e lo faremo anche per altre battaglie”, ha spiegato il dirigente regionale del Pd Enrico Daga.
Certamente, dall’incontro molto partecipato di questa mattina, come hanno commentato diversi lavoratori, “in questi anni avremmo meglio a non parlare di nuovo ospedale, ma avremmo dovuto lottare per tenere e migliorare i servizi già presenti”. Ma tant’e, certamente, anche la sanità è un business e se anni fa su tutto sopperiva “Mamma Stato” adesso solo i privati possono salvare comparti in netta perdita. Il Mater Olbia è un chiaro esempio. Ma Alghero, anche in questo caso, sembra avvolta da uno strano torpore.
Nella foto le più importanti forze politiche locali e nazionali unite per il bene del territorio
Stefano Idili