ALGHERO – “Abbiamo la prima nata ad Alghero nel 2024. Auguri alla piccola e congratulazioni ai genitori. La mamma è arrivata in ospedale qualche giorno fa alle 5 di mattina con travaglio in fase espulsiva e grazie al personale sanitario del pronto soccorso, di ostetricia e di anestesia tutto alla fine è andato bene. Perché nonostante il punto nascita ad Alghero sia stato chiuso, le emergenze accadono anche qui. Resta però, a maggior ragione, il forte monito per un ospedale che serve un bacino di 80.000 persone, con aumento in maniera esponenziale nella stagione estiva, che ha il punto nascita chiuso e non ha possibilità di avere cardiologi in presenza nelle ore notturne. Da tempo i cardiologi non sono più in numero sufficiente. Quelli andati in pensione o trasferiti non vengono sostituti, nonostante dalla Regione avessero assicurato rinforzi dopo i concorsi, già dallo scorso luglio. Impossibile garantire la turnazione h24 in cardiologia e ogni forma di prestazione esterna. Una disposizione di servizio della Azienda Sanitaria Locale di Sassari dice che dei pazienti cardiologici nelle ore notturne devono occuparsene gli anestesisti. Ma non basta: mancano anche i pediatri. Perfino le culle termiche ed incubatrici – in questi casi – pare non siano immediatamente disponibili. Si impone comunque la necessità di trasferire i neonati a Sassari per andare in un reparto nido che ad Alghero è stato chiuso. Gli anestesisti, fra l’altro, non sono necessariamente neonatologi e in caso di problemi cardiaci non sono presenti in ospedale gli specialisti in cardiologia che gli stessi anestesisti dovrebbero supplire. Un’assurdità più volte denunciata. Non si percepisce l’apporto che l’AOU doveva e poteva dare anche inviando specialisti ad Alghero e non solo specializzandi. Tutto sembra affidato all’improvvisazione. Manca un percorso per le urgenze legate al parto, così come mancano percorsi anche per le urgenze cardiologiche: i pazienti devono essere trasportati a Sassari, con tutte le conseguenze del caso. Anche gli interventi legati all’ortopedia continuano ad essere effettuati al civile, col solito via vai di pazienti in ambulanza nel percorso tra l’ospedale civile e l’ospedale Marino. Una situazione assurda, che merita soluzioni e non i soliti annunci purtroppo privi di efficacia”.
Gabriella Esposito
Pietro Sartore
Mario Bruno