ALGHERO – “Parole, parole, parole, perfino bozze di atti, ma zero fatti sulla sanità algherese. Le ultime proposte di atti aziendali da parte di AOU e ASL sembrano una presa in giro. Un poltronificio, più che una gestione attenta e una riorganizzazione doverosa e urgente. Doppi dipartimenti, doppi centri di costo, ma i pazienti che vantaggio ne avranno? E poi, non danno attuazione alle leggi che loro stessi hanno promosso in Regione, come si può credere alla realizzazione di quanto contenuto nelle bozze degli atti aziendali ? Proposte che prima di arrivare in Regione vogliamo siano discusse in Consiglio Comunale per avere un quadro esatto del progetto sanità ad Alghero, reale, concreto, non un libro dei sogni, non in contrasto con la normativa sovraordinata, senza doppioni, senza moltiplicazione di strutture complesse fuori da ogni logica. Dobbiamo arrivare ad un progetto sanitario condiviso e difeso da tutto il territorio, senza colori politici, ma con possibilità concrete di attuazione. Partiamo dall’ospedale civile in capo alla ASL. L’atto aziendale prevede due direzioni di presidio ospedaliero distinte tra Sassari e Ozieri, sono carta straccia senza modifica della legge di riforma della rete ospedaliera e delle stesse linee guida che prevedono esplicitamente un solo direttore per i due ospedali, funzionalmente accorpati. L’atto Asl prevede, sempre al civile, la terapia intensiva con 5 posti letto, ma non ci dice quando e dove la asl reperirà gli anestesisti in numero sufficiente. Se è vero che è stato proposto, sulla carta, un reparto di anestesia (struttura semplice) anche al Marino, in capo all’AOU, ci chiediamo quando da Sassari arriveranno i rianimatori, posto che ancora oggi e chissà per quanto tempo l’ortopedia continuerà ad operare al Civile, per i lavori delle sale operatorie al Marino che vanno a rilento. E’ vero che i 31 posti letto di ortopedia sono stati trasferiti all’AOU, ma l’atto aziendale della ASL contiene anche la traumatologia ortopedica come dipartimento strutturale all’Ospedale Civile. Due reparti? Ma ne facessero funzionare uno, posto che dal marzo scorso sono state chiuse le sale operatorie del Marino con un via vai di ortopedici e pazienti da un ospedale all’altro e l’impossibilità di intervenire su patologie che necessitano di chirurgia protesica, chirurgia di piede e mano, artroscopia del ginocchio e della spalla. Le liste d’attesa sono nel frattempo cresciute a dismisura e consentono di intervenire solo su fratture, ma spesso con interventi a distanza di troppi giorni dall’evento traumatico e con sofferenze indicibili da parte dei pazienti. Personale che manca anche al pronto soccorso dove viene istituita sulla carta l’osservazione breve, ma senza medici effettivi e infermieri per far funzionare l’ordinario e con un responsabile facente funzioni da troppo tempo in carica. La lungodegenza prevista dalla rete ospedaliera al Marino, in capo all’AOU, compare nell’atto della Asl ora all’Ospedale Civile, ma senza personale e senza l’adeguamento strutturale dei reparti resterà solo un’affascinante teoria. Niente lungodenza, dunque, nessuna RSA prevista in città, niente hospice, nessun ospedale di comunità. Proseguirà il sovraffollamento della medicina e l’intasamento del pronto soccorso, senza soluzioni residenziali per i pazienti post-acuti. Appare nell’atto aziendale dell’AOU al Marino anche la riabilitazione funzionale, negli ultimi anni ridotta di spazi, per la condivisione del reparto con ortopedia, e di servizi (da anni la piscina è chiusa) ed appare un reparto di traumatologia dello sport e di chirurgia ortopedica innovativa, ma scompare dall’atto la parola robotica. Tanti interrogativi, tanti dubbi, tante parole. Pochi fatti.E tutti noi vogliamo vederci subito chiaro”.
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