ALGHERO – “Non vi è alcuna decisione della Regione, e tanto meno della sua maggioranza, sull’Ospedale Marino di Alghero, se non la ferma volontà di potenziarlo. L’iter e il contenuto di una possibile legge per un nuovo assetto del sistema sanitario regionale è tutto da scrivere. L’ex presidente del consiglio smetta i panni di paladino delle fake”, lo afferma Enrico Daga, segretario cittadino del partito democratico, insieme ai membri algheresi della direzione regionale Dem, Mario Bruno, Mario Salis e Giuliano Spanedda. “In ogni caso – prosegue Daga con gli altri dirigenti Pd – mai il Partito Democratico consentirà che si facciano scelte delicate che ricadono sugli algheresi, sopra la testa delle istituzioni locali e senza discussioni e trasparenti assemblee con i cittadini, come avvenuto con la riforma del centrodestra nella scorsa legislatura regionale. Siamo in linea con i comitati per la salute e riteniamo che si debba prima di tutto verificare l’attuazione del protocollo fra Regione e AOU, anche in ottica di garantire il DEA di primo livello per l’ospedale civile, come nelle intenzioni esplicite, ma mai attuate, dalla Giunta Solinas, da verificarsi col passaggio del marino alla AOU e con la previsione dell’ortopedia, funzionale anche al presidio del Civile”. Occorre, incalza ancora Daga “chiedere alla AOU in accordo con la Asl di potenziare ulteriormente il personale dei presidi algheresi, sia inviando medici strutturati che in formazione, compresi i cardiologi e i pediatri di cui i presidi algheresi necessitano fortemente, fornendo risorse nei reparti deficitari, perché non ci accontentiamo di generiche promesse sulla chirurgia robotica o dell’apertura di una sola sala operatoria su tre”. Per il Pd algherese, “devono essere potenziate la riabilitazione funzionale del Marino e la chirurgia ortopedica, con il rispetto di ciò che prevedeva l’atto aziendale rimasto sulla carta negli anni scorsi, e cioè una unità operativa specifica di anestesia con più anestesisti anche per l’attività post-operatoria, da garantire insieme alla terapia intensiva, alleggerendo in tal modo anche i presidi sassaresi”