ALGHERO – “In un momento in cui la sanità sarda vive una delle crisi più gravi della sua storia, le dichiarazioni dell’assessore regionale alla sanità, Bartolazzi, che chiede di mantenere aperti gli ospedali durante il periodo delle festività natalizie, sono un affronto alla realtà quotidiana che i cittadini sardi sono costretti a vivere. Se queste affermazioni venissero confermate, la situazione diventerebbe ancor più preoccupante, rivelando una mancanza di consapevolezza rispetto alla gravità della situazione.
La sanità in Sardegna è ormai al collasso: i cittadini sono costretti a fare i conti con la carenza cronica di medici, strutture in difficoltà e servizi che non riescono nemmeno a garantire i livelli minimi di assistenza. Ad Alghero, con i suoi due ospedali, Marino e Civile, che servono un ampio hinterland, la situazione è insostenibile. Mentre l’importanza di queste strutture dovrebbe essere evidente, ci troviamo ancora oggi a fare i conti con la mancanza di figure professionali essenziali, come il cardiologo notturno e il pediatra, disponibile solo fino alle 20:00. A peggiorare ulteriormente la situazione, il Reparto di Nascite di Alghero è stato chiuso, costringendo le mamme algheresi a spostarsi a Sassari per partorire. Una realtà tragica che porta con sé un rischio ancora più grande: non nasceranno più bambini algheresi, e questo segna un ulteriore passo indietro per la nostra comunità.
Le parole dell’assessore, che sembrano focalizzarsi su questioni di mera gestione politica, non fanno altro che mettere a nudo l’incapacità di affrontare una crisi che mette a rischio la vita dei sardi. Non è più il tempo di promesse vuote o di dichiarazioni a effetto: quello che ci serve è un piano concreto che affronti le carenze strutturali e professionali della sanità sarda.
Assessore, in Sardegna, mentre le tribù locali riescono a garantire l’apertura di supermercati, bar e ristoranti durante le festività, la salute dei cittadini non può essere considerata come un semplice servizio che può aprire e chiudere in base alla convenienza politica. La salute è un diritto imprescindibile, che deve essere tutelato con serietà e risorse adeguate.
Il diritto alla sanità non può essere negato a chi, in Sardegna, vive in condizioni di estrema difficoltà, spesso con pensioni misere che non coprono nemmeno i bisogni più basilari. Ci sono tanti sardi che, non riuscendo a permettersi le visite mediche, sono costretti a pagarsele di tasca propria, mentre il loro diritto a curarsi viene messo in secondo piano. Per molti, la misera pensione non basta nemmeno a mettere insieme un pasto, figuriamoci a coprire le spese sanitarie. È inaccettabile che chi vive in povertà debba scegliere tra mangiare e curarsi. Questo non è più un paese civile.
Siamo stanchi delle dichiarazioni superficiali di chi, senza conoscere la realtà della medicina territoriale e le difficoltà quotidiane dei cittadini sardi, parla con leggerezza di aperture e chiusure senza comprendere la gravità della situazione. La sanità è un diritto fondamentale per tutti i sardi e come tale deve essere rispettato e garantito. Non possiamo più accettare che la nostra salute venga trattata come una questione di opportunismo politico o di meri bilanci economici. La sanità sarda ha bisogno di fatti concreti, non di parole vuote”.
Christian Mulas
Capogruppo di Orizzonte
Presidente della Commissione Consiliare alla sanità