ALGHERO – Più si avvicina la fine del mandato, oramai agli sgoccioli, visto che oramai manca un mese circa alla scioglimento del Consiglio, più emergono le considerazioni e giudizi rispetto all’amministrazione uscente guidata da Mario Bruno. E, viste le tante questioni irrisolte e le altrettante ataviche incompiute, ecco che i nodi al pettine non mancano e anzi sono sempre più numerosi. A palesarli, in maniera chiara e schietta, è il Comitato di Quartiere di Sant’Agostino che, tra l’altro, è sempre stato considerato il “fortino” dei bruniani, compreso per il candidato Cacciotto. Una lettera aperta (pubblicata integralmente) firmata dal presidente del Quartiere, Maria Antonietta Alivesi che palesa una profonda delusione dei residenti del quartiere rispetto all’amministrazione Bruno e in generale riguardo le attese di questa porzione della città.
Nella foto il quartiere di Sant’Agostino
S.I.
Lettera del Comitato di Quartiere
Ora è un po’ più chiaro. Per essere ascoltati, capiti e aiutati bisogna essere nati dalle mani di chi ascolta. Il Comitato di Sant’Agostino nacque per volontà di un gruppo di abitanti del Quartiere e un sacerdote lungimirante, Don Pilu. Un comitato che ha sempre lavorato con riservatezza e attenzione avendo come unico scopo il bene del Quartiere e di Alghero. Non ha mai fatto politica ed ha accolto e accoglie sempre chiunque abbia voglia di mettersi in gioco per il bene comune. Per amore del quartiere e della città si è fatto portavoce presso l’amministrazione comunale di importanti iniziative, per: la sanità algherese, surigheddu e mamuntanas, il trasporto pubblico cittadino, una viabilità sicura nel quartiere, la costruzione nell’area dell’ex-mercato civico rionale di un centro di aggregazione, chiedere la riqualificazione della piazza tra le case popolari, una piazza sporca e caotica, mutilata dalla presenza dell’antenna Vodafone e ridare cosi dignità ad un pezzo della città, la costruzione di un sagrato davanti la chiesa di Sant’Agostino per rendere sicuro il passaggio e la sosta dei cittadini. E’ l’unica chiesa ad Alghero priva di uno spazio pedonale, l’ex-Cotonificio.
Le esigenze del nostro quartiere sono state sempre portate all’attenzione dei governanti del momento, un solo risultato positivo, una nuova viabilità. Oggi il quartiere ha strade più sicure: uno spartitraffico in via De Gasperi e sensi unici strategici. Siamo davvero costati poco alle casse comunali!!!
Cosa ne è stato del mercato rionale di Sant’Agostino?
Dato un affitto al proprietario della catena di supermercati Nonna Isa al prezzo esorbitante di 2.936,82 l’anno (correi ricordare che per i locali del Centro Documentale Siotto di via Marconi l’ammininistrazione spende 2.088,19 euro di canone al mese) è stato venduto agli stessi, a corpo, per 1.200.000 euro. Noi chiedemmo di lasciarlo nella disponibilità del quartiere. L’area che sovrasta l’edificio per costruire un centro di aggregazione, niente da fare. E’ stato dato via un patrimonio immobiliare per asfaltare alcune vie, anche nel quartiere. Vie che, ovviamente, dopo qualche mese sono state accantierate per la fibra ottica e per la condotta del gas.
Sagrato e piazze tra le case popolari?
Da una decina di anni nell’elenco triennale delle opere pubbliche, quest’opera, di vitale importanza per la sicurezza delle persone, vine rimandata di due anni in due anni.
Ex-Cotonificio?
IL comune di Alghero catturò un bando regionale, grazie al dirigente Masia, che prevedeva la rigenerazione di edifici regionali. Alghero scelse la ristrutturazione dell’ex-Cotonificio. Il progetto affidato alla facoltà di Architettura risultò vincente. Siamo alla fine 2015. Prese il via l’iter burocratico per l’assegnazione della progettazione e direzione dei lavori, contemporaneamente, per volontà del sindaco, si crearono dei tavoli tematici nel quartiere, con l’unico scopo di essere di supporto al progetto, attraverso idee consapevoli delle esigenze della comunità.
Arrivarono sul tavolo della commissione esaminatrice una decina di offerte e nel 2018 la Politecnica di Modena risulto vincitrice, iniziò l’iter del progetto da 3.350.000 euro. I progettisti della Politecnica realizzano il progetto di massima, che precede quello definitivo, che di discosta non poco da quello che scrisse il bando. Un progetto oltremodo oneroso rispetto al budget regionale, per la presenza di un edificio a torre con nove appartamenti che, a parere del Comitato, distorce il progetto iniziale qualificato come Centro di Aggregazione.
Dimostrammo la nostra contrarietà in un incontro avuto nel novembre 2018 con progettisti, assessore ai Lavori Pubblici e Responsabile Unico del Procedimento (Rup) e cercammo di vincolare il progetto definitivo a quello che era il contenuto iniziale, e vince, del bando. In quell’incontro il Rup si addossò la responsabilità delle onerose trasformazioni. Ci chiediamo: può il Rup permettersi di modificare un progetto per il quale si erano già fatte delle valutazioni in ordine ai costi da sostenere e come tale approvato e finanziato in sede regionale?
Questa intromissione sta costando un po’ cara alla comunità del quartiere: secondo il cronoprogramma stabilità dal Rup, nel 2019, cioè oggi, dovrebbero iniziare i lavori di riqualificazione dell’edificio e invece c’è solamente un progetto di massima, oltremodo oneroso che deve essere o no considerato? Un rup che deve vigilare sui costi programmati, cosa fa? Abbiamo perso due anni. Il Rup insegue i suoi sogni (o i sogni di altri) e il quartiere, signor Sindaco è cosi come lei lo ha trovato nel maggio 2014, senza sagrato, con la piazza tra le case popolari indecente, l’ex-cotonificio ridotto ancora ad un rudere. In effetti una cosa è cambiata: il quartiere non ha più la disponibilità dell’ex-mercato rionale e dell’area sovrastante.