SASSARI – Con la realizzazione del nuovo modulo, il numero 4, la vita della discarica di Scala Erre si allunga ancora di almeno quattro anni. La discarica di Calancoi, invece, chiusa dal 1997, è controllata costantemente ed è stato predisposto un progetto per nuovi scavi di monitoraggio del terreno, per il quale si attende una risposta dal ministero. Questo in breve quanto emerso questa mattina durante la seduta della sesta commissione consiliare Ambiente, presieduta dalla consigliera Valeria Fadda. La riunione è stata l’occasione per fare il punto sulle due discariche presenti nel territorio comunale e a illustrare la situazione, oltre all’assessore all’Ambiente Fabio Pinna, era presente un vero e proprio gruppo di esperti.
Nella sala, al piano ammezzato di Palazzo Ducale, erano presenti il dirigente del Settore Ambiente Gian Marco Saba, la funzionaria che si occupa di seguire i due siti, Deborah Manca, il geologo Giacomo Oggiano in rappresentanza dell’Università di Sassari che ha stipulato due convenzioni con il Comune per lo studio di realizzazione del modulo 4 e per lo studio geochimico attorno alla discarica, quindi l’ingegnere Antonio Fraghì in rappresentanza del raggruppamento temporaneo dei professionisti che si occupano della gestione e post gestione della discarica di Calancoi. Ad attirare maggiormente l’attenzione dei componenti l’organismo consiliare è stata la discussione sulla discarica, ormai chiusa, situata sulla strada per Osilo. Un primo punto sulla situazione della discarica il Settore lo aveva già fatto il 31 maggio scorso quando, nella stessa commissione, erano stati ascoltati l’assessore Fabio Pinna e la funzionaria Deborah Manca. Era emersa una situazione di generale controllo su di un sito che, aperto nel 1983, aveva chiuso i battenti nel 1997. Il sito era stato realizzato in un periodo in cui l’attenzione nei confronti dell’ambiente non era pari a quella attuale, non era pertanto dotato dei sistemi previsti dalla normativa attuale.
Adesso che il sito non è più utilizzato, è stato ricordato che, per i controlli contro l’inquinamento, sono in esercizio i presidi ambientali utili a intercettare il biogas e a estrarre il percolato. L’appalto per la gestione scadrà il 31 gennaio e si stanno predisponendo gli atti per la gara d’appalto che individuerà il nuovo gestore.
Il Comune a luglio scorso, in occasione di una conferenza di servizi, ha presentato al ministero dell’Amibiente, all’Ispra, alla Regione, alla Provincia e all’Arpas un progetto per la realizzazione di nuovi pozzi perimetrali di controllo. La conferenza, è stato detto, ha dato parere favorevole con alcune prescrizioni che hanno portato a modificare il progetto e a ripresentarlo a ottobre. In questa ultima occasione, però, la Regione – è stato spiegato – ha chiesto di modificare la realizzazione dello scavo dei pozzi, non più con il sistema dei “carotaggi” ma con il sistema a “distruzione”. Al momento, questa nuova richiesta non condivisa dagli specialisti del Comune ha portato a sospendere il progetto degli scavi e lo stesso Comune, ha fatto sapere il dirigente del Settore, ha scritto al ministero per spiegare l’importanza del sito e la necessità di effettuare gli scavi di carotaggio, in grado di fornire una maggiore precisione di analisi del sottosuolo. Nel frattempo è stato completato il progetto di messa in sicurezza di emergenza per la realizzazione di una recinzione e di una tettoia a protezione del biofiltro. Questo progetto è stato approvato dalla conferenza di servizio in ottobre e adesso sarà portato all’attenzione della giunta comunale per la sua approvazione. Infine, è stato ricordato che sono stati analizzati 11 pozzi nelle vicinanze ed è stato chiesto di avviare indagini su altri pozzi situati nell’arco di un chilometro dalla discarica. L’Arpas ha evidenziato la necessità del parere favorevole della conferenza prima di attivare le procedure di validazione. Al momento si è in attesa di risposta.
Situazione ben diversa su Scala Erre. La discarica ancora attiva ha visto di recente il collaudo di un nuovo modulo dalle dimensioni di circa 300mila metri cubi che entrerà in funzione tra un anno. Secondo le stime degli esperti del Settore Ambiente del Comune, questo nuovo modulo darà alla discarica situata sulla strada numero 34 per Stintino ancora tre/quattro anni di vita. Nella discarica sono presenti altri 8 moduli, per un totale di oltre 1 milione e 295 mila metri cubi che sono ormai esauriti. Un altro modulo, il numero 5, invece, è ancora in coltivazione, cioè in uso e dovrebbe esaurire il suo spazio tra circa un anno, e darà così il via libera all’utilizzo di quello appena collaudato. È stata ricordata la modalità di funzionamento della discarica, con la presenza di impianti di preselezione, di biostabilizzazione e di compostaggio. Per quest’ultimo i lavori sono in fase di completamento. Sono state ricordate, inoltre, anche le varie attività di controllo ambientale che vengono effettuate. È stato ricordato, infine, che il sito di Scala Erre è gestito nel pieno rispetto degli standard previsti dalla norma Uni En Iso 14001, cioè della certificazione ambientale che attesta l’impegno da parte del Comune per il rispetto dell’ambiente.
Nella foto l’incontro sulle discariche
S.I.