CAGLIARI – “Il 7 gennaio è passato, l’11 gennaio si avvicina, e con esso la dichiarata riapertura delle scuole di ogni ordine e grado con la didattica mista al 50% per le sole scuole superiori. Molti eminenti politici, appoggiati da altrettanti esponenti del mondo economico/industriale, seguiti da alcuni sindacalisti e da qualche membro accademico, negli ultimi giorni stanno mettendo in discussione questa ripresa”. Cosi il Coordinamento Presidenti dei Consigli d’Istituto Sardegna riguardo le scelte del Governo Conte sulla scuola.
“Tralasciando il fatto, già ampiamente noto, che la scuola – almeno nelle fasce di secondo grado – è pressoché ferma, con liceali e universitari che non entrano più nei loro istituti dal 5 marzo 2020, con una nazione che, pur essendo tra le meno digitalizzate d’Europa, continua a ritenere la Didattica Digitale Integrata la soluzione ottimale (forse ci si è dimenticati oppure non si conosce la conformazione geografica della nostra bella ma disastrata penisola), con le polemiche e strumentalizzazioni che si susseguono ormai ininterrottamente da 10 mesi, questo Coordinamento si trova a dover ribadire, con voce sempre più decisa e perentoria, di essere stanco di sentire che la scuola è “pericolosa sotto il profilo sanitario, poiché non si sa quanto possa incidere sull’andamento della curva epidemiologica”.
“E’ veramente mortificante dover ripetere e continuare a ripetere all’infinito, che sulla scuola vengono scaricate le inadempienze di una classe politica molto attenta ai beni materiali e completamente distratta da ciò che è il fulcro e il futuro di una intera società: educazione e cultura. Ed è ancor più aberrante dover ricordare agli organi politici (nazionali, regionali, provinciali e locali), ognuno per la propria parte di competenza, che le centinaia di miliardi di debito che si stanno accumulando, graveranno sulle spalle dei giovani, che sono costretti a doverli restituire nel futuro”.
“Negli ultimi giorni, a cavallo delle festività natalizie, grazie al lavoro coordinato dei Prefetti di tutte le Provincie, si è studiato, discusso, elaborato e trovato il modo di garantire la sicurezza sanitaria sotto il profilo del trasporto pubblico locale. Mezzi suppletivi, risorse umane sussidiarie, orari riprogrammati e diversificati per il rientro in sicurezza di migliaia di studentesse e studenti. Contratti con società private di trasporto per garantire un maggior numero di mezzi a disposizione, tutto questo grazie ai fondi stanziati per la specifica esigenza”.
“Eppure ancora si paventa l’ipotesi di un rinvio “sine die”, rischiando di vanificare il lavoro svolto. Siamo veramente preoccupati. Ancora una volta stiamo assistendo ad una serie di interventi temporanei e fugaci, attuati e adattabili a seconda della transitorietà e del clamore dettato dall’emotività, e non ad una seria programmazione stabile e definita che vada oltre l’emergenza attuale. E’ ora che la politica torni ad essere Politica con la P maiuscola. Che si faccia carico del futuro dei giovani, poiché un paese che non si cura del futuro non ha futuro“.