Senza cultura non c’è futuro

ALGHERO – Come si usa dire, la politica riflette il proprio elettorato. E dunque la società di riferimento. Non può che essere vero e le prove non mancano. Sia che si tratti di riportare esempi virtuosi o meno. E, purtroppo, da anni, troppi, la realtà non entusiasma e ancora meno la sua rappresentazione nelle assisi istituzionali. Il problema, anche se la classe politica fa fatica a fotografarlo, perchè ne va della propria credibilità, è culturale. Quanto sta accadendo in Sardegna e in particolare nel Nord-Ovest lo rappresenta appieno.

Un’area, come ripetiamo all’infinito, dalle potenzialità immani. Collegata (almeno sulla carta) con tutto il mondo e anche con più piattaforme (porti industriali e turisti e aeroporto). Tradizioni, storia e lingue uniche. Bellezze naturalistiche non ne parliamo e tanto altro. Però, come detto, ed quello che manca (sempre di più): la cultura. Ma non si intende quella di sapere le più astruse formule matematiche o a memoria le capitali di tutto il mondo o le date delle varie scoperte, la cultura quella di essere sfidanti, lungimiranti, preparati e soprattutto curiosi verso le cose belle e migliori del mondo. E soprattutto, ritornare, ad essere pionieri nei vari settori (turismo in primis), premiando la meritocrazia, visto che gli ingredienti ci sono tutti.

Tutto l’opposto di quello che sta accadendo negli ultimi anni. A parte le famiglie benestanti che hanno trasmesso benessere ai figli e pure nipoti e rari esempi virtuosi per il resto è tutto fermo. Inchiodato. Le forze migliori o non vengono valorizzate al meglio o addirittura sono andate via, non tutte, ma quasi. Non si crea alcuna ricchezza (globale) da anni. Il pensiero unico di cittadini e dunque della politica è vivere le contingenze, apparire sui media e facebook che è oramai valvola di sfogo, ma anche pure edonismo di chi si sollazza con proprie presunte conquiste e successi. Ma tutto è molto relativo. Pare di essere ritornati agli anni ’80 con, però, la totale assenza di presupposti economici che possano supportare questa (finta) effervescenza. Tutti a brindare, a festeggiare, ma cosa? Il nulla.

Proprio perchè bastano due foto, con le angolazioni giuste e qualche commento e like, per pavoneggiarsi davanti a (presunti) amici virtuali. I social sono nati come spinta per migliorare le relazioni sociali e affiancare la crescita culturale, non sostituirsi ad essa. Mentre, oggi, accade il contrario. E tutti che paiono non far parte di questa “grande truffa”, quando ognuno, invece, gioca la sua parte per riuscire ad avere i famosi 15 minuti di gloria e mettersi qualche medaglietta e se va bene raschiarsi la pagnotta. Ma, così, è evidente che non si possa andare avanti. Questo territorio ha bisogno di un elettroshock per svegliarsi da questo coma apparente e ritornare a confrontarsi con la realtà aiutando i più giovani a comprendere cosa era, ad esempio, Alghero e cosa può ritornare ad essere. Occorre uno sforzo da parte di tutti, politica e imprenditoria su tutti. Del resto, senza cultura, non c’è futuro.

Nella foto Alghero da Sardegna Turismo

S.I.