Sindacati, “La Regione non può permettersi prolungata incertezza”

CAGLIARI – “La Sardegna non può permettersi una prolungata situazione di incertezza, né tanto meno un ritorno alle urne anticipato. Sarebbe una sciagura per l’intero sistema economico isolano, per le delicate vertenze aperte, per la già lenta spendita dei fondi europei e del PNRR”. E’ la posizione della Cisl sarda, espressa stamane dal segretario generale, Pier Luigi Ledda, nel corso di una conferenza stampa sulle prospettive e le proposte del sindacato per il 2025.

“Non vorremmo che la macchina amministrativa subisse rallentamenti o, peggio, si fermasse in attesa che si chiarisca la vicenda della richiesta di decadenza per la presidente – ha detto ancora il segretario -, occorrono garanzie sul proseguo della legislatura e sulla piena efficacia di tutti i provvedimenti assunti dalla Giunta”.

IL NUOVO ANNO

Il 2025 si prospetta come un anno complesso, sia sotto l’aspetto economico che sociale. “La Sardegna, come altre regioni italiane, si trova ad affrontare sfide significative legate alle incertezze geopolitiche, al rallentamento economico globale e alle crescenti difficoltà sociali. Non possiamo permetterci – ha detto il leader della Cisl – di aspettare passivamente decisioni nazionali ed europee: riteniamo che il confronto tra i livelli istituzionali – nazionale, regionale e locale – debba essere più incisivo e costruttivo. Serve un patto per la coesione sociale e lo sviluppo della Sardegna, un patto sociale basato sulla responsabilità reciproca, che coinvolga istituzioni, imprese e parti sociali per affrontare insieme le emergenze e costruire un futuro più stabile e prospero per i cittadini sardi. Abbiamo da tempo sollecitato – ha ricordato Ledda – il coinvolgimento degli attori locali, ma i risultati sono ancora limitati. Serve un cambio di passo, con l’obiettivo di superare le criticità e realizzare interventi che possano davvero fare la differenza per il futuro dell’Isola”.

DIALOGO SOCIALE

In un contesto economico e sociale sempre più complesso, come quello della Sardegna, “il dialogo sociale – secondo Ledda – è una leva indispensabile per affrontare le sfide del mercato del lavoro, favorendo la coesione tra lavoratori e imprese e promuovendo uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Rinnoviamo l’impegno per diffondere una cultura del lavoro fondata su tutele, retribuzioni giuste e occupazione stabile, partecipando attivamente ai tavoli di confronto relativi ai principali strumenti di programmazione regionale, quali il DEFR, la Legge di Bilancio e di Stabilità, il PRS e i diversi Piani Settoriali.

LE 17 PROPOSTE DELLA CISL

1. Sanità e welfare

È fondamentale considerare la salute come un investimento e non come un costo, rafforzando la collaborazione tra istituzioni, parti sociali e territorio. Per invertire questa rotta, è necessario un piano urgente che aumenti i posti letto, assuma personale, migliori la gestione delle liste d’attesa, rafforzi la medicina territoriale e i servizi nelle comunità rurali, garantendo un accesso equo alla salute per tutti i cittadini.

2. Investire nelle infrastrutture

3. Accelerare l’attuazione del PNRR

Il nuovo decreto PNRR si occuperà di rimodulare il Piano nazionale complementare per garantire un’attuazione più tempestiva. Garantire un uso efficiente e tempestivo dei fondi disponibili, con una particolare attenzione ai progetti che favoriscono la transizione ecologica e digitale.

4. Puntare su una Pubblica Amministrazione efficiente come pilastro fondamentale per il suo sviluppo economico e sociale.

5. Valorizzare l’Autonomia speciale della Sardegna

6. Migliorare il rapporto tra Orientamento, Scuola, Formazione, Università, Ricerca e mercato del lavoro

7. Predisporre e attuare una politica energetica ambiziosa

La CISL Sardegna sottolinea l’importanza di considerare vento e sole come beni pubblici, garantendo una redistribuzione equa dei benefici economici derivanti dalle rinnovabili. Inoltre, i progetti devono creare opportunità concrete per le comunità locali e le PMI, rendendo la transizione un motore di crescita economica e occupazionale.

8. Programmare e attuare una politica industriale e l’innovazione tecnologica

La politica industriale della Sardegna deve affrontare sfide importanti per promuovere uno sviluppo sostenibile e competitivo. I poli industriali come quello del Sulcis, di Porto Torres e la Saras di Sarroch rappresentano punti chiave per il rilancio economico regionale, ma richiedono interventi mirati per innovare i processi, ridurre l’impatto ambientale e garantire la sostenibilità nel lungo periodo.

9. Valorizzare il patrimonio della Sardegna per uno sviluppo sostenibile e inclusivo

10. L’inverno demografico: sostenere la natalità e la famiglia

11. Contrastare lo spopolamento delle aree interne

12. Contro la povertà, per il lavoro e l’inclusione sociale

13. Rafforzare le misure sulla non autosufficienza e per l’invecchiamento attivo

14. Potenziare un mercato del lavoro inclusivo

15. Promuovere la sicurezza sui luoghi di lavoro

Oltre all’informazione e formazione dei lavoratori, è necessario un maggiore impegno delle istituzioni e degli enti preposti, come la Direzione Regionale INAIL, nel promuovere controlli rigorosi e garantire il rispetto delle normative di sicurezza. Occorre anche investire in un cambiamento culturale, sensibilizzando imprenditori e lavoratori sull’importanza della sicurezza. Questo cambiamento deve partire dalle scuole e proseguire nei luoghi di lavoro, attraverso il coinvolgimento delle parti sociali e la firma di protocolli territoriali che garantiscano legalità e tutela dei lavoratori. La sicurezza non deve essere percepita come un costo, ma come un investimento fondamentale.

16. Politiche per affrontare la crisi dei poli industriali e promuovere sviluppo e lavoro

17. Puntare sui giovani e fermare la fuga dei cervelli