ALGHERO – La prima sezione civile del Tribunale di Cagliari, fa sapere l’agenzia Ansa, ha condannato il consigliere regionale Antonello Peru a rifondere la presidenza del Consiglio dei ministri e il politico Marco Tedde per le spese sostenute nell’ambito del contenzioso giudiziario scaturito dal ricorso promosso nel 2022 dal politico di Sorso, esponente di Sardegna al Centro 20Venti, contro la sua sospensione per 18 mesi dalla carica di consigliere regionale.
Il decreto di Palazzo Chigi del 2022 seguiva la condanna di Peru in primo grado per una vicenda legata a un abuso edilizio, nell’ambito della quale gli era stato contestato il reato di concussione.
Pur dichiarando cessata la materia del contendere, visto che nel frattempo Peru è stato assolto in Corte d’Appello e reintegrato in Consiglio, il Tribunale ha stabilito che debba essere lui a pagare le controparti in base al principio della soccombenza virtuale, ritenendo dunque infondate le ragioni del suo ricorso.
La difesa di Peru riteneva che la sospensione non fosse applicabile alla fattispecie di reato per cui era stato condannato in primo grado e contestava la costituzionalità dell’articolo 8 del decreto legislativo del 31 dicembre 2012, su cui fondava il provvedimento.
Nel corso del giudizio Peru aveva avviato anche un procedimento d’urgenza per contestare l’immediata efficacia della sospensione, ma il suo reclamo è stato rigettato due volte.
Si conclude così una vicenda che ha avuto anche risvolti politici, creando una spaccatura tra i due ex compagni di partito. L’ex sindaco di Alghero, che come primo dei non eletti nel 2019 nella lista di Forza Italia, circoscrizione di Sassari, aveva sostituito il politico di Sorso dopo la sua sospensione, si era difeso nel procedimento di cognizione sommaria avviato da Peru. Questi, rientrato in aula dopo l’assoluzione in appello, usò parole durissime contro Tedde e la sua scelta di difendersi in giudizio. Ma per i giudici Tedde era titolato a intervenire nel contenzioso e gli dovranno essere rifuse le spese legali nonostante non esista più l’oggetto del contendere.