ALGHERO – C’è un limite a tutto. Come ogni cosa, anche nelle diatribe cittadini trasformate da alcuni in scontri politici, scava e scava, emerge sempre la verità. Come nella questione della posidonia o più correttamente dei litorali. Non c’è dubbio che grazie ai balneari (quasi tutti, ma non tutti) e ai cittadini il tema è divenuto di dominio pubblico e pure l’amministrazione comunale ha avviato alcuni progetti per affrontare i vari problemi in campo e in generale la politica (quasi tutta) ha compreso che siamo davanti ad un grave problema, un “caso Alghero”.
Proprio come evidenziato non da gente comune, ma anche da esperti come l’imprenditore Vittorio Cadau, l’imprenditore balneari Giovanni Monti, l’ex-deputato Mauro Pili, il consigliere regionale regionale ed ex-sindaco Marco Tedde, l’associazione Legambiente, l’agronomo Ferdinando Manconi e tantissimi altri compresi i nostri occhi, che nel materiale prelevato dai siti di stock, poi accantonato e soprattutto riposizionato sulle spiagge ci sono anche rifiuti. Come da foto e video emergono una miriade di micro-plastiche e altri residui che, oggettivamente, dopo che queste montagne di materiale restano per mesi in determinati siti. Qui, volenti o nolenti, confluisce anche (anche trasportata dal vento) pure varia immondizia. Inoltre, in quasi tutto il litorale, insiste già la posidonia fresca, quella “stagionale”, che non deve essere toccata. Perciò, visto l’invasione record di questi anni della pianta marina, come ripetuto in tutte le lingue, il “riposizionamento” deve essere fermato. E non solo. Va fatta una bonifica totale dei siti di stoccaggio di San Giovanni, Maria Pia e Fertilia oltre che intervenire sulla devastante erosione del litorale davanti alla pineta e pure riqualificare il tratto antistante l’ospedale Marino.
C’è tanto da fare, è ovvio. Occorrono tanti denari e dunque bandi, gare e azioni. Tutte cose che, probabilmente, era meglio fare appena insediatisi e non ad una paio di mesi dalla fine del mandato e di conseguenze sono progettualità che saranno in capo alle prossime amministrazioni comunale e regionale con quest’ultima che, tramite gli esponenti del territorio eletti in maggioranza e presenti in giunta, dovrà attuare quello che può essere considerata un mini-piano Marshall per il “caso Alghero” (tutela ambientale, servizi, attività e accessibilità). Ciò deve riguardare tutta la fascia costiera, da Quintilio fino al Lazzaretto e Porto Conte. Del resto, se, come dovrebbe essere, il turismo è la nostra industria, su questo settore bisogna investire tutti gli sforzi ed energie possibili.
Nella foto il litorale cittadino invaso da posidonia fresca e stoccata
S.I.