ALGHERO – Anno nuovo, problemi vecchi. Grazie alla campagna messa in moto da balneari e cittadini con l’obiettivo di avere le spiagge pulite sempre qualcosa si sta muovendo nel senso che il problema della posidonia è divenuto centrale e si stanno cercando delle soluzioni definitive per liberare il litorale dallo stoccaggio pluriennale e soprattutto trovare un modo per rendere maggiormente accessibili gli arenili non solo in estate ma anche in bassa stagione. Per questo non è più rinviabile l’eliminazione definitiva degli stock di San Giovanni, Maria Pia e Punta Negra. Montagne di posidonia che col tempo sono divenute ricettacolo di sporcizia e rifiuti.
Tema ormai che vede anche l’Amministrazione Bruno in primo piano con l’annuncio di vari interventi e anche l’acquisto di macchinari e la realizzazione di bandi finalizzati a raggiungere l’obiettivo che, però, come noto, deve superare le resistenze di alcuni radicalismi ambientalisti che invece ritengono il riposizionamento sia essenziale per tutelare la costa. Ma, invece, come emerso in queste settimane il problema è più vasto e va affrontato dentro un percorso chiaro che vede le priorità inserite in un documento stilato dai balneari e condiviso dalle associazioni di categoria in primis il Consorzio Turistico Riviera del Corallo che col nuovo presidente Marco Di Gangi ha da subito posto in testa alle priorità tale questione.
Ma, nel frattempo, come già annunciato negli scorsi giorni, c’è da registrare una denuncia alla Procura della Repubblica da parte di Roberto Sarzi, ricercatore e attivista dei 5 Stelle, che ha raccolto una sostanziosa documentazione, con anche foto e video, per certificare, in estrema sintesi, che le aree di stock sono siti inquinanti e vanno eliminate. E’ lo stesso Sarzi che riferisce ad Algheronews, tramite allegata intervista video, le motivazioni di tale denuncia e gli obiettivi che essa si pone.
Nella foto e video Roberto Sarzi
S.I.