ALGHERO – Una questione che, da tempo, pare oramai “sfuggita di mano”. Tra concessioni Covid, ampliamenti vari e soprattutto la troppa diffusa assenza di controlli da parte degli organismi preposti nello specifico di attività chiuse da tempo che però occupano il suolo pubblico, questo tema deve essere affrontato per arginarne la deriva. E, vista i ritardi negli interventi amministrativi, ecco che il Comitato di Quartiere del Centro Storico, per bocca del suo presidente Gavino Scala, interviene inoltrando delle proposte all’assessore al Commercio Ornella Piras e al Sindaco Cacciotto. Del resto ci sono aree come Piazza Civica e altri spazi della città vecchia, ma non solo, totalmente invasi da sedie, tavolini per non parlare di insegne e ombrelloni posizionati senza alcun rispetto delle norme vigenti in termini di regolamenti di decoro e colore.
“Lo spazio pubblico è un bene comune che per sua natura è il luogo del passeggio, dell’incontro tra le persone, della socialità della vita collettiva della comunità. Gli spazi pubblici sono l’anima delle città e la ragione della sua invenzione, sono il luogo nel quale la società e città si incontrano e generano comunità. I luoghi nel quale stare insieme. Questi valori si realizzano attraverso lo spazio pubblico, e tutti i cittadini hanno il diritto di accedervi ed usarlo in piena libertà nel rispetto della convivenza civile.
Invece abbiamo Strade, Piazze, marciapiedi sottratti alla fruibilità pubblica per favorire gli interessi imprenditoriali piuttosto che quelli dei cittadini residenti e non.
Le Piazze, luoghi dell’integrazione, della libertà d’accesso sono state sostituite dalla grande marea di tavoli e sedie. Gli spazi pubblici non possono diventare una merce. Stiamo assistendo ad una progressiva riduzione degli spazi di vita collettiva e di partecipazione sociale.
Ricordiamo che il procedimento concessorio di suolo pubblico, presuppone un esercizio di un potere discrezionale poichè frutto della valutazione tra interesse pubblico e quello privato. Ciò vuol dire che il Comune può negare il provvedimento di occuapzione del suolo se il suo rilascio compromette l’interesse pubblico alla vivibilità dei cittadini.
La sottrazione del bene pubblico all’uso collettivo come una Strada, Piazza, un marciapiede in favore dell’uso privato deve essere giustificata dal perseguimento di un preminente interesse pubblico, anche perchè l’interesse pubblico non può essere subordinato all’interesse privato.
Alla luce di quanto sopra considerato si propone:
A – Poichè lo stato di emergenza sanitaria si basava su una situazione che oggi non c’è più ( è venuta a cessare dal marzo del 2022), si ritorni ad una corretta applicazione del Regolamento che disciplina la concessione delle aree pubbliche.
La concessione del suolo pubblico deve interessare esclusivamente gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande (Bar e Ristoranti) di cui alla legge 287/91, nel rispetto delle prescrizioni previste dal regolamento.
B – Conferma della tabella con indicazioni di massima occupazione di alcune aree urbane indicate nell’ambito delle deliberazioni di C.C. n. 48/2014, di cui all’allegato “B”.
C – Conferma dell’allegato “A” Schemi tecnici occupazionali su marciapiedi Delibera di C.C. del 30/12/2014.
D – Un Piano operativo di sicurezza minima che consenta l’accessibilità in caso di soccorso, considerato che in alcune vie del Cenro Storico il passaggio di questi mezzi è interdetto a causa della presenza incontrollata di tavolini e sedie che invadono quasi totalmente la sede stradale.
E – Inserire le superfici minime utili di somministrazione, ( l’area appositamente attrezzata per la somministrazione) per l’apertura di nuovi esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, che non devono essere inferiori a 30 metri quadrati per i Bar e 40 metri quadrati per i ristoranti.
Non costituisce superficie di somministrazione l’area occupata da magazzini, depositi, locali di lavorazione, cucina, uffici, servizi igienici.
F -Fissare una percentuale tra superficie utile di servizio appositamente attrezzata per la somministrazione e il suolo pubblico da concedere.
Considerato la complessità del tessuto urbano della città e i diversi valori ambientali, storici e culturali degli spazi pubblici, il suolo da concedere agli esercizi pubblici collocati all’interno del centro storico non può superare un terzo della sperficie utile dell’esercizio.
G – Eliminazione doppio poligono. In base al rapporto di proporzionalità interno/esterno o comunque se frazionato, i poligoni devono essere contigui eliminando la possibilità della distanza di 30 metri tra essi.
Il suolo pubblico autorizzato deve avere la conformazione preferibile di un unico poligono; possono essere rilasciati spazi frazionati distinti, fino a un massimo di due poligoni, solo nei casi in cui si rende necessario garantire l’accesso ai portoni degli edifici.
H – L’occupazione del suolo pubblico con pedane ed altre atrezzature di vendita non possono occupare più di due posti auto.
I – Rispetto del princio di frontaluità tra pubblico esercizio e suolo in concessione:
divieto di concedere spazi di suolo pubblico frontalmente a portoni d’accesso agli stabili o vetrine di altre attività commerciali.
L – Obbligo agli esercenti di esporre una piantina con l’avvenuta autorizzazione dell’occupazione del suolo pubblico con la distribuzione dei tavolini.
M – Controllo sulla veridicità delle autocertificazioni presentate e la sussistenza dei requisiti e delle condizioni previste dalle leggi o dai regolamenti.
N – Controlli delle chiusure invernali di quei esercizi che hanno beneficiato della riduzione del tributo sull’occupazione del suolo pubblico.
O – Nei Bastioni e negli Slarghi deve essere mantenuta libera una fascia di metri 3 (tre) per consentire il percorso pedonale, la fascia libera dovrà attestarsi sul lato di pregio panoramico, ed in particolare per i bastioni nel lato verso il mare.
Da ultimo si precisa che i Piani Comunali possono dettare puntuali previsioni ubicazionali in quelle aree dove la massiccia presenza di attività commerciali hanno congestionato gran parte del territorio.
Il Centro Storico, un’area che negli ultimi dieci anni ha visto una crescita vertiginosa dell’offerta gastronomica con il proliferare delle aperture di Bar e Ristoranti un destino che ha creato squilibri nell’offerta di servizi e reso ancora più evidente e indiscutibile, la lesione dei diritti legittimi a cui è esposta la polazione residente in questa parte della città colpendo il diritto alla residenzialità, alla vivibiltà ambientale, alla sicurezza e alla mobilità.
Si possono limitare attraverso l’adozione di Regolamenti le attività di ristorazione e di somministrazione.
A tali limitazioni si può ricorrere stabilendo la rilevanza dell’interesse generale, tra i quali la tutela del decoro urbano, del patrimonio culturale, storico e artistico di particolari contesti urbanistici.
Piazza Civica, il cuore storico della città, uno dei luoghi più belli e intimi, che conserva ancora quel gusto di una città antica, dove è presente il Palazzo Abis, sito di grande interesse storico culturale (sottoposto a vincolo architettonico).
La pianificazione commerciale è il metodo da perseguire per la tutela e per il decoro del patrimonioo culturale e storico del centro storico.
Questo implica che il criterio di liberalizzazione non è assoluto e può legittimamente essere limitato.
Le restrizioni all’installazione e al funzionamento di attività di commercio debbono essere proporzionate e accuratamente motivate.
L’obiettivo deve essere anche quello di evitare che l’offerta del centro storico diventi esclusivamente legata al cibo”.