La Sicilia, come del resto gran parte del Sud Italia, ha sempre potuto contare su una lunga tradizione di miti, leggende e credenze popolari, che si intrecciano tutt’ora con la storia e il folklore dell’isola. È ben noto, infatti, che fin dai tempi più antichi l’uomo abbia cercato di dare una spiegazione a fenomeni naturali, sciagure o avvenimenti del tutto casuali attraverso il ricorso alla religione o alla magia, soprattutto a causa del fatto che molti eventi non potessero essere ancora spiegati con la ragione e la scienza. Eppure, come ricordato in un articolo sulla superstizione siciliana, la maggior parte degli abitanti dell’isola non sembra essersi ancora lasciata alle spalle le antiche credenze, che continuano a rivestire un ruolo fondamentale all’interno della società. Nonostante gli enormi passi in avanti fatti dalla scienza, pertanto, i siciliani continuano ad essere un popolo vigile e attento al mistero, alle cause di fenomeni oscuri e agli antichi rimedi per scongiurare la cattiva sorte e la malattia. Guardando nel dettaglio, quali sono le credenze e le superstizioni siciliane ancora vive nella tradizione? E da dove hanno origine?
SUPERSTIZIONI SICILIANE: MALOCCHIO, “SCONGIURI” E ANTICHI RIMEDI
Una delle superstizioni più antiche e allo stesso tempo più vive in Sicilia riguarda il malocchio, una forza negativa carica di odio e invidia che può colpire il malcapitato in qualunque momento, e contro la quale è necessario porre al più presto rimedio. Ciò di cui si servono i siciliani per allontanare l’energia negativa sono i cosiddetti “scongiuri”, rimedi che virano tra il sacro e il profano a seconda della forza maligna da allontanare. Gli scongiuri, infatti, sono impiegati dai siciliani sia per allontanare la malattia che per tenere lontana la sfortuna. In entrambi i casi, è possibile ricorrere alla protezione da parte dei santi, invocando l’aiuto per una pronta guarigione o per evitare che una situazione spiacevole si verifichi, o ricorrere a rimedi fai da te per la prevenzione. Secondo la tradizione, infatti, disturbi come il mal di stomaco, il mal di testa o il vomito sono associati a Satana, ed è per questo che bisogna affidarsi alla protezione di Dio per evitarli. Tra i metodi casalinghi citati in un articolo sui misteri della Sicilia, compaiono poi il famoso uso delle corna, da quelle di montone, un tempo affisse anche nelle case di campagna per tenere lontane le influenze negative, fino a quelle di plastica, di oro, o di altro materiale usate tutt’ora e tenute sempre a portata di mano come un piccolo portafortuna. Un altro simbolo comunemente utilizzato conto la cattiva sorte è il ferro di cavallo o, più in generale, gli oggetti metallici, da toccare per scongiurare eventi negativi. Alcuni scongiuri, poi, riguardano persino la vita di coppia e il matrimonio. Tra questi, in Sicilia pare essere ancora viva l’usanza di cospargere il sale negli angoli e lungo la porta di ingresso della casa dei novelli sposi, in modo da disinfettare e ripulire l’abitazione dagli spiriti maligni. Nella foto 10 degli scongiuri di Sicilia Fan, invece, compare l’invito a non sedersi mai all’angolo di un tavolo da pranzo, per non rischiare di non trovare l’anima gemella e soprattutto di non convolare a nozze.
UN CONFRONTO CON L’ITALIA E IL RESTO DEL MONDO
Per quanto non siano così radicate come in Sicilia, le superstizioni e le credenze popolari fanno parte della tradizione di tutta Italia, così come di molti altri Paesi del mondo. Una delle superstizioni siciliane che più differisce dal resto della penisola riguarda l’idea associata ad uno dei giorni della settimana, ovvero il venerdì. Infatti, mentre nel resto d’Italia il venerdì sarebbe ricollegato alla morte di Cristo, in Sicilia sarebbe ritenuto un giorno fortunato, soprattutto per i nascituri, un tempo ritenuti forti, coraggiosi e capaci di fronteggiare qualsiasi avversità. Un’altra delle superstizioni più ricca di incongruenze è quella legata al numero 13, che sembrerebbe assumere un significato diverso a seconda del Paese di riferimento. Secondo quanto riportato in un articolo di Betway, il 13 sarebbe ritenuto sfortunato nella maggior parte dei Paesi, tanto da essere addirittura evitato nella numerazione dei piani all’interno dei palazzi costruiti negli Stati Uniti. L’atteggiamento degli italiani nei confronti del numero 13 sembrerebbe però contrastante: da un lato, infatti, la fama internazionale del numero sembrerebbe aver influenzato la percezione degli italiani, mentre dall’altro il 13 sembrerebbe mantenere la reputazione di numero fortunato. Anche la positività del 13 sarebbe legata in Italia ad una motivazione religiosa, ed allo stesso tempo legata alla tradizione: il numero è infatti ricollegato a Sant’Antonio all’interno della smorfia napoletana, che è solita associare ogni cifra ad un simbolo. Nonostante ciò, non è raro che in Italia si cerchi di evitare di ritrovarsi in 13 commensali, soprattutto in Sicilia. Questa accortezza deriverebbe dal ricordo dell’Ultima Cena, in cui il traditore Giuda rappresentava proprio il 13° apostolo di Gesù.
Per quanto non abbiano alcun legame con la scienza, né vi sia alcuna prova che possa confutarle, le superstizioni continuano a rappresentare una componente fondamentale per la tradizione italiana, e per il Sud Italia in particolar modo. Conoscerne la storia, le origini e riconoscerne il carattere magico-religioso è un mezzo per tenere alta la bandiera di una storia lunga secoli, così come per ricordare quanto il passato possa ancora influire sulle abitudini delle società contemporanee. Se dato loro il giusto peso, persino le superstizioni e le credenze popolari possono rappresentare un valore aggiunto per il nostro bagaglio culturale.