ALGHERO – “Certa opposizione ha davvero perso di vista l’obbiettivo e di conseguenza la faccia. Con il solito ostruzionismo becero e cieco tenta di creare problemi e intralci a danno di una intera categoria che attende le modifiche al regolamento dei suoli pubblici ampiamente concordate”.
L’assessore al Demanio e Patrimonio del comune di Alghero rispedisce al mittente le fantomatiche accuse d’immobilismo pronunciate in queste ore da più consiglieri e fa chiarezza sui lavori del consiglio comunale che già martedì scorso avrebbe potuto licenziare il nuovo regolamento sulle concessioni di suolo pubblico in città, già concertate con Confcommercio e il Comitato di quartiere del Centro Storico. “Dapprima in Commissione, con le dimissioni a catena di presidente e vice, poi in aula opponendosi fermamente ad un cavillo regolamentare che ha impedito la regolare votazione. Consiglieri che festeggiano l’emblema della sconfitta del proprio ruolo, pretendendo il rispetto regolamentare dei 10 giorni di deposito degli atti, sebbene le modifiche in discussione erano state ampiamente affrontate e dibattute già dal mese di aprile, durante una delle ultime commissioni presiedute dall’allora presidente Pulina”.
Per Gavino Tanchis si tratta di un successo al contrario quello festeggiato in aula dalla minoranza, “tanto che oggi apprendo che il rimorso di coscienza di certa opposizione li ha fatti ritornare sui propri passi e vorrebbero trattare l’argomento nella riunione di venerdì. Il tutto, nonostante non siano trascorsi i fatidici 10 giorni, ovvero ai sensi del regolamento non si potrebbe ugualmente votare se non col parere unanime del consiglio, che già martedì scorso avrebbe potuto pronunciarsi anziché perdere tempo in inutili e strumentali polemiche”. “Questo la dice lunga sulla coerenza e pochezza di certa opposizione – conclude l’assessore Tanchis – che non ha a cuore la propria città, e il cui unico obbiettivo è creare confusione. Mi auguro che i consiglieri si riapproprino al più presto del loro ruolo e lo esercitino nell’interesse della collettività”.