BERCHIDDA – Ultime due, intense giornate per Time in Jazz: tra domani (giovedì 15) e venerdì (16 agosto), il festival ideato e diretto da Paolo Fresu completa il cammino della sua trentasettesima edizione, partita giovedì scorso per snodarsi giorno dopo giorno tra il suo epicentro, a Berchidda, e gli altri comuni e località del nord Sardegna coinvolti quest’anno: Arzachena, Banari, Bortigiadas, Budoni, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Oschiri, Ozieri, Porto Rotondo, Posada, Puntaldia, San Teodoro, Tempio Pausania e Viddalba.
Domani (giovedì 15) gli appuntamenti a Berchidda, che culmineranno in serata con i concerti di Nicola Conte e del progetto Drops di Tino Tracanna, Roberto Cecchetto e Bonnot, con la partecipazione del rapper Tormento.
Poi, venerdì (16 agosto), sipario finale con l’ormai tradizionale concerto al tramonto alla Peschiera di San Teodoro, protagonista lo stesso Paolo Fresu insieme all’attrice Lella Costa e al pianista Glauco Venier.
Il programma per Ferragosto
Per Ferragosto, come da tradizione, Time in Jazz pianta le tende nella campagna poco fuori Berchidda. La mattina trascorrerà con una serie di appuntamenti sotto gli alberi intorno alla chiesetta di San Michele. Il primo, alle 10, è un evento immancabile del festival e di Time to Children, la sua sezione dedicata ai bambini: “Gufo Rosmarino e Corteccia il Pipistrello”, una nuova storia della serie di racconti scritti e interpretati dall’attore e regista Giancarlo Biffi, con i contributi musicali di Paolo Fresu, della violinista Sonia Peana e della cantante Catia Gori.
Sempre a San Michele, alle 11, il consueto appuntamento ferragostano con “Time to Speak” vede protagonista l’antropologo Bachisio Bandinu, in un incontro sul tema “Spiritualità e sardità: il locale e il globale”.
Subito dopo, intorno alle 11.30, il testimone passa al pianista e compositore Glauco Venier, con il suo solo dal titolo “Scarafaggi e altri insetti musicali”: un omaggio ai Beatles e ai musicisti che sono stati da influenzati dai Fab Four. Un talento eclettico, quello di Venier, che l’ha portato a spaziare dalla classica al rock, dalla musica folk al jazz, fino ad approdare ai palcoscenici di mezzo mondo al fianco di nomi di spicco del jazz mondiale, e alla prestigiosa etichetta ECM, per cui ha inciso diversi album, tra cui “Miniatures” (2016) per piano e percussioni, e “Distances” con Norma Winstone, nominato nel 2008 ai Grammy Awards come miglior album jazz vocale. Sono oltre venti i dischi al suo attivo, e numerosissime le collaborazioni, in varie formazioni e in ambito orchestrale, come “Symphonika”, dedicato alle musiche della tradizione popolare colta del Friuli, la sua terra.
Al termine dell’esibizione di Glauco Venier, un breve trasferimento porta il festival nella vicina chiesetta di Santa Caterina, dove, dopo il tradizionale momento conviviale del Pranzo berchiddese, si apre un’altra serie di appuntamenti. Alle 17, la presentazione del libro “L’Amore supremo”, del musicista e scrittore Reno Brandoni (Fingerpicking, 2024): uno sguardo intimo sul leggendario sassofonista John Coltrane e sul ruolo fondamentale della musica nel suo percorso spirituale oltre che su quello artistico.
Alle 18 torna un altro appuntamento consueto di Time in Jazz, quello con la musica tradizionale sarda: si intitola “Tradizioni, confini e sconfini” il progetto musicale impostato da Bruno Camedda, che, con la fisarmonica e l’organetto diatonico, insieme alla voce di Giamichele Lai (uno dei maggiori interpreti attuali della musica tradizionale) e al supporto della chitarra ritmica di Asael Camedda, traccia la rotta di un viaggio musicale che spazia dalla tradizione sarda alle improvvisazioni etno-jazz, mantenendo le metriche e i ritmi tipici della musica da ballo.
L’ultima serata del festival a Berchidda avrà un preludio – alle 19.30, in Piazza Funtana Inzas – affidato a un’autentica istituzione storica del paese, la Banda Musicale “Bernardo De Muro”, nata nel 1913 per volontà del parroco don Pietro Casu, e “palestra” di formazione musicale per tanti giovani talenti, compreso Paolo Fresu che ha mosso tra le sue file i primi passi del suo percorso artistico. Diretta da Domenico Del Rio, e allargata per l’occasione dalla presenza di ospiti, la “Bernardo De Muro” darà vita alla “Banda Suprema”.
Poi, alle 21.30, si accenderanno per l’ultima volta in questa edizione i riflettori sul palco allestito in piazza del Popolo. L’apertura della serata è affidata al talento di uno dei musicisti, produttori e compositori più versatili nel panorama italiano e internazionale: Nicola Conte. Chitarrista, bandleader, DJ ed esperto ricercatore di vinili, il suo percorso musicale riflette una gamma di ispirazioni che spaziano dalla bossa nova ai film degli anni ’60, dallo spiritual jazz alla musica latinoamericana e africana. Sul palco di Berchidda porterà in dote le sonorità di “Umoja”, il suo decimo album, pubblicato lo scorso anno dall’etichetta londinese Far Out Recordings: esprimendo in lingua swahili l’unità, l’unicità e l’armonia, “Umoja” riunisce sentimenti universali attraverso la multiforme musica globale cui Conte ha dedicato studio e ricerca; l’album attinge alle profonde sonorità spiritual e free jazz degli anni ’70, ai dischi soul stampati da privati e ai ritmi africani e afro-caraibici presenti nella sua collezione, ma si riconosce anche il suo debito nei confronti di molte delle più celebri icone musicali del decennio, come i maestri del jazz cosmico Lonnie Liston Smith e Gary Bartz, e i creatori dell’afrobeat Fela Kuti e Tony Allen. Sul palco, insieme a Nicola Conte (chitarra), una formazione internazionale che vede Bridgette Amofah alla voce (UK), Timo Lassy al sax (Finlandia), Pietro Lussu al piano e tastiere (Italia), Ameen Saleem al contrabbasso (USA), Enrico Morello alla batteria (Italia) e Abdissa “Mamba” Assefa alle percussioni (Finlandia).
Nel secondo set della serata, a chiudere la serie di concerti in Piazza del Popolo, ancora un incontro tra “sostanze” musicali diverse con il progetto Drops, che vede protagonisti il sassofonista Tino Tracanna insieme all’eclettico chitarrista Roberto Cecchetto e a Bonnot (al secolo Walter Buonanno), DJ, compositore, produttore, polistrumentista, tra i più talentuosi producer in ambito hip hop della scena nazionale. I tre musicisti mettono sul piatto sonorità e linguaggi lontani attraverso un dialogo incrociato intorno al problematico, babelico e insieme entusiasmante caos del mondo di oggi. Voci, frammenti d’Africa, ectoplasmi classici, monumentali hip hop, morbide melodie e spasimi elettronici si intrecciano così in un ipotetico viaggio rasoterra intorno al mondo, basato e impostato sull’improvvisazione. A rendere ancora più interessante e ricco questo scambio tra mondi sonori, si unisce al trio (già attivo dal 2012) il rapper e produttore discografico Tormento (nome d’arte di Massimiliano Cellamaro, MC), considerato tra i pionieri dell’hip-hop in Italia, fondatore e innovatore del genere insieme ai Sottotono.