Trasporti in Sardegna, peggio di prima

SASSARI – «Ormai smaltita e quasi dimenticata la sbornia elettorale, sopiti gli echi del clamore destato dagli annunci dei primi mesi di mandato, tutto torna ad essere come prima. Anzi, forse anche peggio. E così tra una proposta di istituire una flotta aerea regionale, come se l’infausta esperienza nostrano a livello navale nulla avesse insegnato, e nuove e inedite proposte di continuità territoriale via mare ed aerea, che contrariamente a quanto annunciato non riscuotono il ben che minimo interesse da parte dei commissari europei e delle Istituzioni nazionali, si profila ad oggi l’ennesima proroga che nulla risolve e continua a generare incertezze e confusione sul futuro del sistema dei trasporti sardi».

Scorato e amareggiato l’accento posto ancora una volta sulla questione trasporti da Antonio Sias, segretario Uil Trasporti che, sottolineando i recenti e ultimi sviluppi della discussione sul tema evidenzia come in realtà siano le priorità ad essere ignorate. Come manchi un reale intervento alla base dei problemi reali: «Si ha la sensazione che tutto volga verso un futuro fatto di tariffe dettate dal mercato: non ci sarà nessuna paralisi, bensì delle proposte di viaggio stabilite sulla base delle regole dettate dalla legge di domanda/offerta – spiega -. Uno scenario catastrofico e particolarmente oneroso per cittadini e beni che al momento nessuno prende seriamente in considerazione, eppure i segnali e gli allarmi sono quotidiani. In questi mesi il sindacato ha cercato invano il confronto con il Governo regionale. La percezione è quindi che si vogliano deliberatamente aggirare i tavoli e le occasioni dialogo con chi rappresenta il mondo del lavoro». 

L’attenzione si sposta su Sassari: «A Sassari si è fatto e si fa ancora un gran baccano sulla metropolitana leggera: da una parte, pur senza nessun entusiasmo, si attende il ripristino della tratta cittadina che dalla stazione porta all’emiciclo Garibaldi, il tutto con la netta sensazione che della cosa poco importi alle Istituzioni e ai cittadini – dice Sias -. Viene allora da chiedersi se realmente utile investire oltre 30 milioni di euro per realizzare un progetto che oltre ad essere poco amato dai principali destinatari, i cittadini stessi, è ormai con tutta evidenza datato, fuori tempo, dal forte impatto ambientale e soprattutto estremamente antieconomico: servono infatti circa 2mila passeggeri l’ora per giustificarne i soli costi di gestione».  

L’ottimizzazione della metropolitana di superficie e la realizzazione del centro intermodale: grandi investimenti più che mai necessari per colmare, almeno in parte, il ritardo infrastrutturale della città di Sassari. Investimenti legati a finanziamenti che imbrigliati fra infinite lungaggini e discussioni, nonostante le tante proroghe, sono ora seriamente a rischio e rischiano di svanire se non utilizzati quanto prima. Investimenti però assolutamente da non perdere né da “deviare” su opere da realizzare in altre città dell’Isola.

«Perché non prendere allora in seria considerazione l’ipotesi di rimodulare l’impiego di questa montagna di denaro pubblico investendo in un sistema di trasporto veramente innovativo e al passo coi tempi?  Nel mondo si sperimentano nuove e più efficienti forme di trasporto collettivo come bus ad idrogeno e a trazione elettrica: Sassari è ferma ad un progetto che ha superato ormai i 30 anni e che, come testato nel suo tratto attivo, non ha mai riscosso un particolare interesse da parte dei cittadini, men che meno da parte dei commercianti». 

In un quadro del genere, la proposta di dotarsi di mezzi elettrici per il trasporto collettivo proietterebbe Sassari all’avanguardia del panorama nazionale ed europeo con indubbi e certificabili vantaggi economici e ambientali, il tutto senza l’obbligo di realizzare grandi opere infrastrutturali impattanti e costose offrendo così alla città, in tempi brevi con  efficacia garantita e sostenibilità economica, un servizio degno del 2020. Scenario che in futuro porterebbe alla riconquista di una propria e piena autonomia progettuale e decisionale, con la concreta possibilità di disegnare un futuro rispondente alle reali esigenze del tessuto urbano cittadino