Turismo e Meta, è l’ora della svolta

ALGHERO – Si parla troppo di Turismo e si fa poco, molto poco. La prima “industria” del Territorio vede sempre una valanga di note stampa, scontri, convegni, incontri, etc, etc, ma poi, al lato pratico, siamo ancora fermi ad uno scenario generale di circa trent’anni fa a parte l’accelerata di inizio anni 2000 con Ryanair e veri grandi eventi. L’esempio pratico è quello degli Hotel: l’unico costruito, o meglio ammodernato e ampliato, negli ultimi 15 anni è il Carlos V. Struttura che, come noto, ha reso più ricca l’offerta ricettiva locale rendendo più appetibile la meta.

Eppure, nonostante vi siano progetti su progetti riguardanti aree abbandonate a se stesse (come Maria Pia, zona dell’agro, Valverde, strada di Bosa, etc) e di potenziale straordinaria ricaduta positiva sul territorio, ancora non si è proceduto a realizzare tali progettualità. A parte scelte talebane e volte a dire no a tutto per preservare il nulla visto che tra natalità sotto zero ed emigrazione i sardi si stanno vaporizzando, è stato fatto molto poco. E neanche i dati più preoccupanti che giungono dalla Riviera del Corallo fanno hanno fatto smuovere nulla di strutturale, giusto “piccolo cabotaggio”.

Non è (solo) una questione politica, ma non bisogna dimenticare che su tutto vige sempre il famoso adagio del “Cane dell’ortoloano” che non mangia e non fa mangiare. Così come le recenti polemiche sul Turismo. Stantie e oramai stucchevoli. Il Centrodestra targato Tedde ha dato una svolta ritenuta da tutti positiva (perfino chi la reputava un carrozzone poi c’è saltato allegramente sopra) creando la Fondazione Meta. La gestione Delogu, la prima in assoluto, ha dato il via in maniera più che virtuosa a quella creatura in combinazione con l’assessorato al Turismo gestito da Mario Conoci.

Già dall’epoca, senza stare a tentennare troppo, i privati furono coinvolti in maniera diretta con l’inserimento di Stefano Visconti, presidente del Consorzio Turistico Riviera del Corallo, a vice-presidente dei Meta come membro del Cda. Questo nel secondo lustro degli anni 2000. Dopo il corto-circuito. Con lotte per le nomine, bracci di ferro sulla visione, mission, etc, etc con il noto scontro in seno al Centrosinistra riguardo l’eventuale presidenza affidata alla giornalista Sky Paola Saluzzi come indicato dall’allora consigliere comunale del Pd Enrico Daga che non trovò sponda della Sinistra consiliare, si arrivò a indicazioni nel Cda quasi “commissariali” fino alle scelte, molto criticate, non per le persone in se, ma ancora per la “visione” da essi rappresentata, dell’Amministrazione Bruno. Ultima compagine che ha visto riportare in seno alla Meta i privati con l’indicazione del Partito Democratico a Presidente della guida territoriale della Confcommercio Massimo Cadeddu.

A prescindere dal fatto che, essendo scaduti i tre anni, già dall’inizio dell’estate, il Cda di Meta è ufficialmente decaduto da un mese e si attendono le nomine del Sindaco Conoci, è di questi giorni l’annuncio dell’iniziativa dell’attuale amministrazione, come da nota divulgata dall’assessore Di Gangi volta a creare un “tavolo permanente del turismo”. Progetto certamente lodevole che vuole rimettere al centro gli attori principali del territorio. Certo, molti sono scottati dalle ultime esperienze poco produttive di tavolini e tavolini, però, questa volta pare esserci finalmente una svolta in senso positivo finalizzata a ridare vera e totale dignità alla prima industria del territorio.

Questo percorso non può prescindere da un’azione combinata con l’attesa nuova governance della Fondazione Meta e assessorato al Turismo perchè se una dei due “motori”, o meglio più “motori”, considerando le altre fondamentali per l’azione amministrativa “Partecipate” (Parco, In-House e Secal), restano indietro, la macchina s’inceppa o, peggio, si ferma.

Nella foto Salvio, Tedde, Di Gangi, Conoci e Pintus durante un incontro al Carlos V

S.I.