“Un pasticcino vale più di Alghero”

ALGHERO – “Il voto dei cittadini in questo referendum ha indicato chiaramente cosa ha vinto e cosa ha perso. I cittadini sono stati gli arbitri di una partita che vedeva confrontarsi due idee opposte della politica, dell’economia e della società”. Cosi i rappresentanti dei comitati cittadini per il NO Mario Conoci, Marco Di Gangi, Stefano Lubrano, Monica Pulina, Maria Grazia Salaris, Giuliano Tavera. Esponenti che si sono ritrovati intorno al tavolo della bocciatura della Riforma di Renzi e in questo modo hanno intercettato, almeno come centrodestra allargato, anche ad Alghero, il forte malcontento della popolazione verso le amministrazioni comunale, regionale e nazionale.

“Da una parte c’era una visione di uno stato sempre più centralista, che sottrae quote enormi di sovranità ai territori e ai cittadini per concentrare nelle mani di pochi le scelte strategiche che riguardano i settori vitali della nostra società, uno stato che risponde ai bisogni dei grandi interessi finanziari e della grande economia internazionale e trascura i cittadini e l’economia reale; dall’altra c’era una visione nella quale la sovranità appartiene al popolo, nella quale le comunità regionali e locali sono il vero centro degli interessi diffusi della gente comune, i luoghi nei quali i cittadini si riconoscono, nei quali vogliono trovare le risposte ai loro problemi da istituzioni elette direttamente e non nominate. Fra queste due visioni i cittadini hanno deciso di partecipare e di voler scegliere e lo hanno fatto con la massima espressione della democrazia, il voto, senza possibilità di equivoci con una valanga di no. Il paradosso ed allo stesso tempo le ragioni di un impegno per il NO tutto legato alla Sardegna, è stato che, oltre al fronte del sì, anche parti consistenti di quello del no, nei fatti era ed è per uno stato più forte ed accentrato a discapito di cittadini e territori, e solo la battaglia politica contingente contro il governo in carica ne ha determinato la posizione”.

“Questa considerazione ci porta a non poter abbassare la guardia riguardo alla richiesta di una sempre maggiore autonomia, di un riconoscimento vero degli svantaggi che derivano dalla insularità e che nemmeno con la costituzione attuale sono stati risolti. È chiaro che uno stato e dei partiti che pensano in modo centralista poi agiscono di conseguenza con i risultati che vediamo per la Sardegna. Trasporti, fiscalità, energia, governo del territorio erano e restano problemi irrisolti proprio per questa concezione centralista che vede la Sardegna come una terra lontana, con pochi diritti e molte pretese, spesso come una colonia, sulla quale riversare i problemi dello stato senza occuparsi minimamente di risolverne i problemi. Il No è stato dunque per noi sardi la semplice difesa di una situazione, quella attuale, che certo non ci può soddisfare ma che tuttavia è migliore rispetto al baratro rappresentato dalla riforma bocciata sonoramente proprio in Sardegna. Questo referendum inoltre ha tristemente fatto emergere il peggiore dei vizi di alcuni politici nostrani: il servilismo. Abbiamo assistito al presidente Pigliaru e, ad Alghero, al sindaco Bruno abbracciare senza remore la posizione che andava contro l’interesse superiore della terra che amministrano e dei sardi che dovrebbero rappresentare, farsi parte attiva di una propaganda e di un circo mediatico che aveva il solo scopo di prendere in giro la gente. Pigliaru e Bruno hanno sostenuto, secondo le indicazioni di partito, il si è sono stati travolti da una valanga di no”.

“I sardi e gli algheresi hanno avuto la prova provata che questi signori sono lontani anni luce dai cittadini che li hanno eletti e che preferiscono abbracciare le ragioni di partito e dire “obbedisco” al potente romano di turno, in questo caso Renzi, o peggio, come nel caso del sindaco di Alghero, anteporre il suo desiderato rientro personale nel partito di origine scambiando la dignità del ruolo di sindaco degli algheresi con un pasticcino in compagnia della Boschi. Naturalmente adesso faranno finta che nulla sia successo, che loro non c’erano e se c’erano dormivano, che il referendum e il voto popolare sono altra cosa rispetto ai disastri che stanno compiendo. Il sindaco Bruno proverà a proseguire facendo finta di contrastare, ma in fondo appoggiando, le scellerate scelte di Deiana su Ryanair e sull’aeroporto di Alghero, approvando la svendita di Alghero a Sassari per la rete metropolitana, tacendo sulla esclusione di Alghero dall’area di crisi, ecc. ecc. Ma tant’è, per lui un pasticcino con la Boschi evidentemente vale più di Alghero”.

Nella foto i comitati per il No al referendum dell’area di centrodestra

S.I.